Turismo

UN TEMPIO DEDICATO ALLA CULTURA DELL’OLIVO E DELL’OLIO, UN VIAGGIO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO

L’olivo è il primo albero selezionato dall’uomo: la sua storia e quella delle civiltà mediterranee si intrecciano da almeno 7000 anni. Nel Museo dell’Olivo di Imperia tantissimi oggetti ma anche vicende di uomini e di passioni

01 luglio 2006 | Mena Aloia

“L’olivo è il primo albero selezionato dall’uomo: la sua storia e quella delle civiltà mediterranee si intrecciano da almeno 7000 anni.”
Questa frase accoglie i visitatori all’ingresso del Museo dell’Olivo di Imperia nato dalla passione della famiglia Carli per l’olivo.
E’ un Museo, unico nel suo genere, interamente dedicato all’olivo, alla sua storia, alla sua valenza simbolica ed economica.
E’ un viaggio affascinante attraverso il tempo e i luoghi del Mediterraneo dove l’olivo radica e cresce da millenni. Tantissimi oggetti, preziosi e rari, raccontano la sua storia. E quella dell’olio, naturalmente.
Aver realizzato un Museo che accoglie chiunque voglia sapere qualcosa in più di questa straordinaria pianta della cultura mediterranea è un modo concreto di fare cultura, ed il fatto che dietro questo progetto ci sia una famiglia, profondamente legata all’olivo da tante generazioni, e non un’istituzione, da un strumento in più al visitatore perché lo aiuta a capire meglio cosa vuol dire amare e rispettare questa pianta.
Appena si entra si nota subito con quanta cura sono stati allestiti i singoli ambienti e con quale attenzione sono stati selezionati gli argomenti da trattare per ripercorrere una storia non certo breve e semplice. Ed ecco, allora che nelle 18 sale del Museo si intrecciano arte, cultura, economia, costume, agricoltura e tradizioni. Il tutto senza mai annoiare o confondere il visitatore.
Si parte illustrando gli aspetti colturali dell’olivo per poi soffermarsi sui doni che questa pianta ha fatto e fa agli uomini. Luce, medicamenti, unguenti e profumi, lubrificanti, alimento, condimento, calore e legno sono i suoi doni più preziosi ed i lumi in vetro, i vasetti per profumi, i recipienti per oli medicamentosi, i bracieri, gli scaldini e i mobili in legno d'olivo sono gli oggetti che gli uomini hanno costruito fin dall’antichità per accogliere tali doni. Molto ricca anche la sezione dedicata alle tecniche di produzione dell’olio. Un vero salto nel passato è possibile fare quando si entra in un antico frantoio a trazione animale. L’ambiente ricostruisce fedelmente, anche grazie a manichini ed antichi attrezzi da lavoro, ciò avveniva tanti anni fa e questo emoziona. Emoziona perché si è liberi di girare, di toccare, di immaginare. E se entrare in un frantoio dei primi del novecento vi sembra un viaggio in un passato un po’ troppo recente si può anche tornare ai tempi dell’Impero Romano entrando in uno scafo di una nave di piccolo cabotaggio ricostruita con assoluta fedeltà di particolari e rigore scientifico in legno di quercia e con file di anfore oliarie sistemate secondo l’uso antico.
Il percorso termina con le collezioni Carli: lucerne romane, vasetti di vetro per profumi, lumi orientali e, soprattutto, le numerose oliere provenienti dalle tavole sontuose di Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Svizzera, Spagna e Italia. Per alcune di esse bisogna soffermarsi qualche minuto ad ammirarle per poter cogliere tutti i particolari delle decorazioni.
Il mio consiglio è di visitare questo Museo, non mancherà di emozionare sia chi si avvicina all’olivo per la prima volta, sia chi ama già profondamente questa pianta, la sua forza e le sue fragilità.

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