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Anche l'Italia avrà una Banca del germoplasma del Coi

Attualmente, la collezione del Crea custodisce 600 differenti varietà di olivo. Sarà insieme a quelle del Marocco, della Francia, della Turchia, dell’Argentina e d’Israele
10 novembre 2023 | C. S.
Si è appena concluso il convegno dedicato all’Importanza del germoplasma olivicolo per la produzione olivicola, la lotta ai patogeni e la resilienza ai cambiamenti climatici, organizzato nell’ambito della visita della delegazione del COI - International Olive Council (Consiglio Oleicolo Internazionale) - di Madrid presso il Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura, sede di Rende, per verificare i requisiti necessari per il riconoscimento della collezione del CREA quale Banca Internazionale di germoplasma di olivo. Alla visita e al convegno era presente la Dott.ssa Patrizia Celletti, della Direzione generale delle politiche internazionali e dell'Unione europea, Direzione Ufficio PIUE IV, del MASAF.
Attualmente, la collezione del CREA, la più grande in Italia, custodisce un vero tesoro di biodiversità, composto da 600 varietà, di cui 200 autenticate e comuni alla collezione Spagnola, e si colloca in prima linea, insieme a quelle del Marocco, della Francia, della Turchia, dell’Argentina e d’Israele, nello studio del germoplasma in risposta a nemici esterni, come la Xylella, e i cambiamenti climatici (siccità, gelate).
L’imminente riconoscimento del COI, quindi, della collezione di Rende come Banca internazionale del germoplasma di olivo, richiesta tramite il MASAF, rappresenta un grande successo per il CREA, in quanto permetterà alla collezione di Mirto Crosia (25 tipologie di olive calabresi) di entrare a far parte del network di Collezioni COI internazionali e sarà oggetto di approfondimento da parte del team di ricercatori che studiano le conseguenze del cambiamento climatico sulla produzione di olive e olio, e sui caratteri di tolleranza o resistenza delle varietà di olivo ai patogeni e agli insetti dannosi.
Questa rete di grandi collezioni consentirà, nei prossimi anni, di comprendere maggiormente l’agrobiodiversità dell’olivo, il fabbisogno di freddo invernale della pianta e di selezionare quelle varietà in grado di tollerare la riduzione del freddo invernale - che sta già condizionando negativamente la fioritura – e di assicurare, quindi, la produzione di olive, nonostante l’incremento delle temperature in atto.
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