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Gli olivicoltori spagnoli non guadagneranno dall’alto prezzo dell’olio d’oliva

Le perdite degli olivicoltori continuano ad aumentare con gli alti costi di produzione e, soprattutto, con la drastica riduzione del raccolto prevista in questa campagna olearia
29 agosto 2023 | C. S.
Il prezzo dell'olio d'oliva a 9 euro non va a vantaggio né dei consumatori né degli agricoltori. È quanto evidenzia l'UPA Andalusia, sottolineando che "gli olivicoltori sono danneggiati da un prezzo aneddotico e fittizio, perché non ha un impatto diretto sul loro conto economico in quanto non hanno un raccolto significativo da vendere".
Sottolineano che il settore rimane in crisi perché gli olivicoltori vedono come le loro perdite continuino ad aumentare con gli alti costi di produzione e, soprattutto, con questa drastica riduzione del raccolto, mentre ci si avvia verso una seconda pessima stagione, per di più consecutiva, dopo il disastro dell'ultima stagione 2022/23.
È la prima volta nella storia del settore che ciò accade, aggravando la sua situazione critica con la perdita di redditività delle aziende agricole, soprattutto degli oliveti tradizionali. "Dobbiamo essere consapevoli che gli olivicoltori vivranno due pessime stagioni di fila, con una drastica riduzione della produzione, che influisce negativamente sulla nostra redditività. Non importa se il prezzo è alto, non ci aiuta, perché il nostro problema è che non abbiamo reddito perché non abbiamo raccolto", spiega Cristóbal Cano, responsabile del settore olivicolo e oleario dell'UPA e segretario generale dell'UPA Andalusia.
"Quando l'olio d'oliva era al di sotto dei 2 euro, gli agricoltori stavano molto male, perché stavamo subendo delle perdite. Ma anche adesso non ce la caviamo bene, perché il prezzo a 9 euro non ha alcun impatto sul nostro conto economico".
L'UPA Andalusia insiste sulla necessità di una stabilità dei prezzi in tutta la catena alimentare. "La nostra Organizzazione ha sempre chiesto una regolamentazione del mercato. Lo abbiamo fatto non molti anni fa, quando l'olio d'oliva era a 2 euro all'origine, e lo stiamo facendo ora che è a 9 euro. È essenziale che le amministrazioni attuino questi meccanismi di regolamentazione dei prezzi in modo coraggioso. L'attuale legge sulla filiera alimentare è uno strumento fondamentale in questo senso, perché è stata concepita in modo che tutti gli anelli della catena siano redditizi. Insieme ad essa, si dovrebbero incorporare nuovi strumenti come, ad esempio, agili osservatori ufficiali dei costi di produzione, che mostrino i costi in tempo reale, o un osservatorio dei margini commerciali per garantire che la grande distribuzione non cada nella tentazione di massimizzare i propri profitti, soprattutto in momenti di grande difficoltà come quello attuale", ribadisce Cristóbal Cano.
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