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La Spagna olearia ora copia l'Italia: importa olio a basso costo per esportarlo

La Spagna è il principale porto d'ingresso europeo di olio di oliva tunisino, avendo assorbito l'80% o più del contingente a dazio zero. Ora si scopre che è anche il maggior importatore europeo di olio turco
14 ottobre 2021 | T N
C'era una volta l'Italia che importava olio dai paesi laddove costava meno, lo miscelava e lo rivendeva in ogni parte del mondo. Business proficuo, che ha portato a ottimi margini di profitto per più di trent'anni, ovvero fino a quando la Spagna ha capito la potenza commerciale italiana, acquisendo Sasso, Carapelli, Bertolli e altri marchi minori.
Da lì è cominciato il declino dell'Italia olearia, anche sotto il profilo commerciale, con la perdita di quote di mercato in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone.
Ora la Spagna, anche grazie a molti imbottigliatori italiani che hanno dislocato lì impianti di imbottigliamenti e succursali, sta copiando il modello italiano, convinta evidentemente di poter far meglio.
Solo a novembre 2020 la Spagna ha importato 15 mila tonnellate di olio tunisino, per soddisfare il mercato americano ancora bloccato dai dazi di Trump. Ma storicamente la Spagna è il partner commerciale preferito della Tunisia olearia con l'80% o più del contingente da 70 mila tonnellate all'anno senza dazio che attraversa i confini europei per sbarcare nel Paese iberico. D'altronde il prezzo dell'olio tunisino è mediamente 20-30 centesimi inferiore rispetto a quello iberico, ideale per aprire nuovi mercati con la politica dei bassi costi.
Ora scopriamo, grazie a un report dell'Associazione turca degli esportatori, che la Spagna è anche lo sbocco privilegiato dell'olio di oliva di Ankara. La Spagna è il paese che ha richiesto più olio d'oliva e olive turche nel mese di settembre e come tale è diventata la principale destinazione delle esportazioni olearie turche nel 2021, e in totale ha raggiunto un valore di oltre 30 milioni di dollari, con un aumento del 57% rispetto allo scorso anno. Altre destinazioni importanti per l'olio d'oliva turco sono stati gli Stati Uniti con un valore di 3,79 milioni di dollari, la Germania con 3,72 milioni di dollari, l'Iraq con 3,10 milioni di dollari, la Romania con 1,71 milioni di dollari, e Giappone, Arabia Saudita, Costa d'Avorio con più di un milione di dollari.
Con l'apertura di tale canale commerciale, la Spagna sembra volersi tutelare dalle oscillazioni nella produzione tunisina d'olio di oliva, che vanno da 150 a oltre 300 mila tonnellate all'anno, mentre la produzione turca appare più stabile e oscillante tra le 200 e le 230 mila tonnellate all'anno, con prezzi all'ingrosso che sono confrontabili con quelli tunisini.
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