Italia

Difficoltà extra vergine e pubblici esercizi: il partito democratico se ne accorge solo ora

Nell’interrogazione al Ministro Zaia i senatori firmatari chiedono controlli su origine ed etichettatura dimenticandosi dell’annoso problema delle ampolle. Eppure dovrebbe essere anch’essa legge dello Stato

21 novembre 2009 | T N

Si sa i politici hanno memoria breve, eppure fu proprio il centro-sinistra, in extremis, per responsabilità dell’ex senatrice De Petris (Verdi) a inserire nel decreto legge 10 gennaio 2006, n. 2 gli articoli 4-quater e 4-quinques.

Li ricordiamo.

4-quater. Al fine di prevenire le frodi nel commercio dell’olio di oliva ed assicurare una migliore informazione ai consumatori, è fatto divieto ai pubblici esercizi di proporre al consumo, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, olio di oliva in contenitori non etichettati conformemente alla normativa vigente.

4-quinquies. In caso di violazione delle disposizioni di cui al comma 4-quater, si applica a carico degli esercenti la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 3.000.

Perché ricordiamo e rinvaghiamo una vicenda tanto vecchia? Non certo per tornare su annose polemiche di primogenitura della proposta, partorita da Teatro Naturale, ma perché molti senatori del PD, riguardo all’annoso problema del rapporto fra olio d’oliva e pubblici esercizi dimenticano questo aspetto, concentrandosi unicamente sull’etichettatura d’origine.

Si sa l’obbligatorietà dell’indicazione d’origine in etichetta è il problema del giorno, ma tutta questa attenzione ora ci sembra fuori luogo, anche perché se a questi senatori premevano così tanto le sorti del settore potevano esercitare le loro autorevoli pressioni affinché il decreto di attuazione del Reg. 182/09, non ancora promulgato, avesse un iter più spedito e breve.

Ecco il testo dell’interrogazione.
I senatori chiedono se “il Ministro Zaia sia a conoscenza del fenomeno diffuso legato alla somministrazione e al consumo nei pubblici esercizi di olio d'oliva non etichettato conformemente alla normativa vigente e quali iniziative intenda adottare per garantire e monitorare il rispetto e l'effettiva attuazione sul mercato nazionale della normativa comunitaria di cui al regolamento (CE) n. 182/2009 che, a partire dal primo luglio 2009, ha introdotto l'obbligatorietà dell'indicazione in etichetta dello Stato Membro da cui provengono le olive utilizzate per la produzione di olio vergine ed extravergine di oliva. E' necessario - concludono i senatori Pd - che data la diffusione del fenomeno legato alla somministrazione e al consumo nei pubblici esercizi di olio d'oliva non etichettato segnalata su tutto il territorio nazionale, il Ministro Zaia intervenga urgentemente con una efficace ed incisiva attività di controllo, che sia svolta anche nei diversi punti vendita, nonchè nella grande distribuzione organizzata”.

I firmatari sono: Colomba Mongiello,Giovanni Procaci, Alfonso Andria, Filippo Bubbico, Alberto Maritati, Salvatore Tomaselli, Alberto Tedesco, Leana Pignedoli, Maria Antezza, Maria Teresa Bertuzzi, Roberto Di Giovan Paolo, Flavio Pertoldi, Nino Randazzo, Stefano Ceccanti, Mauro Del Vecchio, Cecilia Donaggio, Francesco Ferrante, Daniela Mazzuconi, e Albertina Soliani.

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