Italia

Il Molise del vino? Ora comincia a stupire

Da una parte i prestigiosi riconoscimenti delle guide enoiche. Dall'altra gli interessanti risultati di ricerche realizzate presso l’Università degli Studi del Molise e l’Università Cattolica di Campobasso

31 ottobre 2009 | Pasquale Di Lena



I risultati di questi ultimi giorni, con l’Azienda Di Majo Norante di Campomarino, ancora una volta protagonista a livello nazionale e mondiale, che, non più paga di conquistare solo i prestigiosissimi Tre Bicchieri della Guida dei Vini 2010 del Gambero Rosso, riesce a vincere, con il suo “Contado” Riserva 2007, un Aglianico del Molise Doc, il “Decanter di Cristallo”, uno dei sei premi speciali che la Guida dà al vino italiano che ha il miglior rapporto qualità/prezzo. Un risultato strepitoso se si considera che questa scelta è il frutto di una selezione di migliaia di vini degustati, di cui ben 18.000 vini di 2.253 produttori riportati nella Guida, con 391 che hanno ottenuto i tre bicchieri.

Al pari del riconoscimento, altrettanto prestigioso, ottenuto, in contemporanea, da Borgo di Colloredo, altra azienda vitivinicola della capitale del vino molisano, Campomarino, con il suo “Gironia” Riserva 2004, un “Biferno” Doc, che si va a collocare tra i grandi vini della Guida de l’Espresso 2010, unica a rappresentare il Molise.

Due risultati importanti perché inseriscono il Molise del vino nel Gotha del vino italiano, che acquistano un particolare significato e valore nel momento in cui vanno a riconoscere a questa piccola Regione un ruolo nel campo della enologia nazionale, con i riconoscimenti che esprimono l’eccellenza della qualità.

Una grande occasione per l’immagine del Molise, visto che questi risultati vanno a recuperare limiti di comunicazione, in mancanza di una strategia ma solo di tante iniziative e non sempre di successo, ma, anche, per i prodotti agroalimentari e i suoi territori segnati da storia e cultura, paesaggi e ambienti ricchi di peculiarità, che aspettano solo di essere organizzati per essere spesi sul mercato ai fini di un crescita del turismo, che non può non essere che di qualità.

Una grande occasione anche per le altre aziende che hanno tutto da guadagnare da questi risultati, se è vera, come è vera, la regola che vale la pena avvalersi dei successi del vicino, invece di contrastarli, soprattutto quando si hanno le carte giuste per fare meglio e vivere identici successi.
Nel segno di una sana e corretta competizione sulla base della scelta della qualità, cioè dell’elemento decisivo, insieme al giusto prezzo, per vincere su un mercato caratterizzato da un’agguerrita competizione.

Ma il Molise del vino non finisce di stupire nel momento in cui appare sulla rivista “l’Enologo, crediamo per la prima volta (siamo lettori attenti di questa importante rivista da oltre vent’anni), con un documento tecnico di tre ricercatori ( Massimo Iorizzo, Silvana Romano e Silvia Jane Lombardi) dell’Università degli Studi del Molise, che riporta uno studio sui vini “Tintilia”, che, non ci stancheremo mai di ripetere, rappresentano una peculiarità e preziosità della vitivinicoltura molisana e, come tali, da salvaguardare e tutelare e, soprattutto, da promuovere.

Un documento che merita una nota a parte per la sua importanza, al pari delle ricerche sul vino e l’alimentazione, portate avanti, con importanti risultati, dal Laboratorio di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso, diretto dal Prof. Giovanni De Gaetano, l’autore del progetto “MOLI-sani” che, per la prima volta, vede una intera Regione laboratorio per la ricerca contro le malattie cardiovascolari ed i tumori.

Avremo modo di parlarne prossimamente per capire ancora meglio il significato del titolo che abbiamo voluto dare a questa nostra nota informativa.


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