Italia
Florovivaismo a Pescia, tra sfide e opportunità, per istituzioni e ricerca, filiera e territorio e innovazione

I fiori eduli sono sempre più apprezzati dai consumatori, rappresentando una nicchia in forte espansione, che unisce la sicurezza a tavola, le proprietà benefiche per salute e benessere e la sostenibilità delle coltivazioni
01 luglio 2025 | 09:00 | C. S.
“L’innovazione e la ricerca, con il supporto prezioso del Crea, sono strumenti fondamentali per favorire la crescita del comparto florovivaistico che, nelle imprese impegnate nel territorio di Pescia, ha uno dei suoi fulcri più importanti. Per far crescere il settore occorre essere propositivi nell’approccio alle nuove opportunità, specie se provenienti da ambiti quali la cosmetica che hanno tutte le carte in regola per rappresentare un volano economico e occupazionale importante. La cosmetica naturale offre uno spazio di crescita importante ed è fondamentale che le imprese, tramite appunto il supporto della scienza, si facciano trovare preparate per affrontare le sfide di un mercato sicuramente competitivo, ma che può e deve vedere protagonista la floricoltura e il florovivaismo italiani” dichiara il Sottosegretario Masaf Patrizio La Pietra, in occasione del workshop istituzionale Florovivaismo a Pescia: le sfide di oggi, le opportunità di domani. Filiera, Ricerca, Istituzioni e Territorio, organizzato dal CREA, legato alle sfide e alle opportunità dell'area di Pescia, con l’obiettivo di stimolare un confronto costruttivo tra i diversi attori coinvolti nello sviluppo locale.
Durante l’incontro, addetti ai lavori, operatori del settore, rappresentanti delle istituzioni e stakeholder territoriali si confrontano su tematiche strategiche legate alla valorizzazione economica, sociale e ambientale del florovivaismo e del territorio, condividendo buone pratiche e casi studio, sia a livello locale che nazionale, che possano rappresentare modelli replicabili o spunti di riflessione per azioni future.
Le filiere emergenti. Nuova e promettente frontiera dell’innovazione in floricoltura, i fiori eduli sono sempre più apprezzati dai consumatori, rappresentando una nicchia in forte espansione, che unisce la sicurezza a tavola, le proprietà benefiche per salute e benessere e la sostenibilità delle coltivazioni. Dal 2010 al 2019 le imprese italiane nel comparto sono cresciute del 600%, passando da poche decine a circa 100 aziende, con superfici coltivate tra 1.000 e 5.000 m². Italia e Europa trainano il mercato, seguiti da Nord America e Asia-Pacifico. Un altro segmento di mercato ad alto valore aggiunto, capace di coniugare tradizione agricola, innovazione scientifica e sostenibilità, è quello dei fiori per la cosmetica. I fiori, infatti, non sono solo elementi ornamentali, ma anche preziose risorse da cui estrarre principi attivi con tecniche tradizionali e soluzioni più avanzate e sostenibili come l’estrazione con CO₂ supercritica, in cui l’anidride carbonica si trova in uno stato intermedio tra gas e liquido, permettendo un processo pulito, efficiente e rispettoso dell’ambiente. L’Italia, infatti, è uno dei principali mercati mondiali per la cosmesi naturale (14,8 mld € di fatturato nel 2023 e stime per il 2024 verso 16,6 mld €, con un export cosmetico nel 2023 di oltre 6,7 miliardi €, +15% rispetto all’anno precedente), ma importa circa l’85% delle materie prime. L’eccesso di import e la dipendenza dalle filiere estere creano una domanda di mercato stabile e crescente, che apre nuove opportunità per rafforzare la produzione nazionale e locale, valorizzando qualità, sostenibilità e tracciabilità Made in Italy
Il programma di filiera EDEN. – “Efficientamento, ammodernamento e innovazione nel vivaismo nazionale'' ha l’ambizione di contribuire alla qualificazione della filiera vivaistica ornamentale nazionale, attraverso un modello aperto di trasferimento delle innovazioni a livello di produzione aziendale. In particolare, CREA condurrà sperimentazione e trasferimento tecnologico di tecniche e tecnologie di propagazione, concimazione e difesa nell’ottica dell’ottimizzazione degli input e sui principi dell’agricoltura digitale. La sede di Pescia diventerà un sito dimostrativo per il vivaismo sostenibile, un vero e proprio laboratorio, che sia un punto di incontro tra il mondo delle istituzioni, ricerca e operativo.
Il caso Pochazia. Rappresenta un caso-studio emblematico, dimostrando come la cooperazione tra vivaisti, ricerca e istituzioni possa fronteggiare emergenze fitosanitarie, preservando mercati strategici e proteggendo un settore cruciale per il territorio. Dopo il primo ritrovamento in Italia nel 2022, Pochazia shantungensis è stata segnalata anche in altri Paesi europei, ma senza destare particolare allarme, anche perché secondo l’EFSA (2023), le informazioni sulla sua pericolosità sono ancora limitate e poco chiare. Nell’ottobre 2024, l’individuazione dell’insetto alieno su piante italiane destinate al Regno Unito ha portato alla distruzione di intere spedizioni, causando gravi danni al settore florovivaistico italiano. Il CREA e il Comitato Fitosanitario Nazionale coordinato dalla DISR 5 del MASAF hanno presentato un dossier che evidenzia la mancanza di dati scientifici sulla reale pericolosità dell’insetto, inducendo di fatto la riapertura del mercato del Regno Unito alle piante ornamentali italiane.
Il florovivaismo in Italia. Pilastro dell’agricoltura nazionale, nel 2023, il valore alla produzione del florovivaismo italiano ha raggiunto un record storico superando i 3,2 miliardi di euro (8,6% delle coltivazioni agricole), posizionando l’Italia al terzo posto nella classifica europea, dietro solo ai Paesi Bassi e alla Spagna. Circa due terzi del suo valore (43%) provengono dalle piante in vaso e dal vivaismo (alberi e arbusti), mentre la restante parte è costituita dai fiori e dalle fronde fresche recise. Il nostro Paese si conferma esportatore netto: circa il 70% del prodotto è destinato all’export, un dato che ci colloca tra i principali fornitori di fiori e piante sul mercato internazionale. Le regioni maggiormente produttive sono la Toscana - con quasi un miliardo di euro di valore della produzione, pari al 31% del mercato italiano – di cui Pescia rappresenta un’eccellenza, e la Liguria con quasi 500 milioni di euro (14,2%). Nello specifico il valore della produzione della floricoltura raggiunge nel 2023 circa 2,7 miliardi €.
"Pescia – dichiara Andrea Rocchi, presidente CREA - rappresenta un laboratorio straordinario dove la ricerca del CREA reinventa una consolidata tradizione di eccellenza, coniugando innovazione e competenze, per cogliere le opportunità di un mercato globale in costante evoluzione, con l'obiettivo di creare valore d’impresa e sviluppo sostenibile su tutto il territorio”.
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