Italia

CON “CASEUS” IL FORMAGGIO APRE LE PORTE AL SAPERE

L’Italia vanta un patrimonio alquanto variegato ma non ancora adeguatamente conosciuto e apprezzato. Per i prodotti caseari c’è il lodevole operato dell’Anfosc, un’associazione che ha in sé lo spirito giusto per valorizzare in modo opportuno ed efficace le produzioni nostrane, tutte di alta qualità. Una rivista e alcuni utili volumi

19 giugno 2004 | Maria Carla Squeo

La rivista “Caseus” è a periodicità bimestrale ed è diretta da Pino Anzalone e Roberto Rubino. Un’ottima biglietto da visita per l’Anfosc, l’Associazione nazionale per la tutela e la valorizzazione dei formaggi “sotto il cielo”. Una pubblicazione diversa dalle solite, ha una grafica molto curata, di taglio nuovo e di facile fruibilità. Si tratta anche dell’organo di informazione dell’Onaf, l’Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggio.

Cos’ha di speciale? Affronta con cognizione di causa e buon piglio comunicativo un tema che magari può a primo impatto non attrarre, e invece cattura per la capacità di informare (e formare) il lettore, senza annoiarlo. Ciò che frenerebbe infatti molti tra coloro che si accosterebbero volentieri a un tematica così interessante, è in particolare la scarsa qualità generale delle riviste concepite solo per i propri associati, senza l’attenzione alla qualità della forma, oltre che dei contenuti.

I problemi che si denunciano sono quelli che si possono ben immaginare: “Tutti i latti sono uguali?”, si chiede nell’editoriale Roberto Rubino. “E perché – prosegue – il consumatore non può scegliere fra qualità diverse? Perché deve essere costretto a bere latte di Frisone superproduttive e superalimentate e non, per esempio, il bel latte aromatico di una Bruna al pascolo?”. Già, perché?

Come si può notare c’è spazio per la denuncia. Ma c’è pure una nutrita schiera di collaboratori esperti e capaci, da Fausto Cantarelli a Vittorio Camilla, da Giorgio Ottogalli a Laura Puizzoferrato. La lista è lunga, ma fa piacere sapere che vi sia pure la presenza di uno storico, Giulia Cerretani. Non si può prescindere da una lettura attenta e scrupolosa del passato.



L'Anfosc non è però solo la rivista “Caseus”, è una casa editrice con uno sguardo aperto anche al consumatore. Nel catalogo delle pubblicazioni figurano, tra gli altri, alcuni titoli specifici come Il marketing del banco formaggi, una guida utile per organizzare e gestire al meglio il punto vendita (pp. 228, € 18,00), o, per quanti invece vogliano approfondire l’estesa varietà della produzione in Italia, Il quaderno dell’assaggiatore di formaggi (pp. 44, € 4,00), un agevole opuscolo funzionale a quanti amando viaggiare da perfetti turisti del gusto, intendano non fermarsi a un approccio generico, ma vogliano piuttosto annotare le proprie sensazioni alla degustazione, evidenziando tutta la bontà delle varie tipologie, dalle sensazioni lattiche a quelle vegetali, a quelle fruttate. L’analista sensoriale, anche colui che lo fa a livello amatoriale, può così memorizzare i propri appunti in maniera schematica e lineare. A soccorrere i meno esperti, vi è un’apposita tabella con i descrittori principali. Gli abbonati alla rivista potranno tra l’altro collezionare, ad ogni numero, ben due schede con la rispettiva descrizione, in ciascuna di esse, di due formaggi per volta, in cui compaiono le seguenti voci: origini, area di produzione, i pascoli, tecnologia e gastronomia.

Più avanti ai lettori di “Teatro Naturale” presenteremo con maggior dettaglio alcuni libri pubblicati nell’ambito della “Biblioteca di Caseus”. La cultura specifica di un prodotto d’altra parte non la si inventa, è fatta anche di buone letture. Non basta dire che un formaggio è gradevole, occorre anche capire il perché lo sia, individuando magari la strada per ottenerlo perfino in casa, con le proprie mani. Anche a questo servono i libri e le riviste.

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