Italia

L’extra vergine Dop Umbria è la denominazione più venduta al mondo

Non è un pesce d’aprile. La notizia è stata diffusa dall’Ansa qualche giorno fa, suscitando più di qualche perplessità. Stavolta si è veramente scivolati sull'olio

04 aprile 2009 | T N

L'olio extravergine di Oliva Dop Umbria, tra le prime denominazioni di origine protetta riconosciuta in Italia nel 1997, è la denominazione di origine protetta più venduta al mondo.

Formalmente la notizia è veritiera o quantomeno verosimile, almeno se dal novero delle denominazioni è stato escluso l’Igp Toscano che, col 40% dell’olio certificato nazionale, rappresenta oggi una corazzata che nessuno può scalfire né in termini di produzione né di commercializzazione né di fatturato. Ci sono i dati Ismea a testimoniarlo.

Per le sue particolari proprietà organolettiche è stato equiparato da studi scientifici al latte materno, argomento che verrà affrontato il 2 aprile a Verona nell'ambito del Sol, in un incontro organizzato da Consorzio di tutela dell'olio extravergine di oliva Dop Umbria, Strada dell'olio Dop Umbria e Città dell'olio.

Quantomeno opinabile il modo in cui viene presentata la notizia. Innanzitutto non è per le caratteristiche organolettiche che l’extra vergine è stato paragonato al latte materno ma semmai per la composizione in acidi grassi. In secondo luogo il Prof. Visioli recentemente ha messo in discussione questa presunta analogia scientifica. Infine, per come viene presentato, pare che sia solo l’olio umbro a poter vantare queste caratteristiche e così ovviamente non è.

E per promuovere la produzione pari a circa 8.000 quintali l'anno, ma sopratutto il territorio olivicolo, le tre sigle presentaranno due iniziative, Pic & Nic a Trevi il 25 e il 26 aprile e Ex Olea a Spello dal 1 al 3 maggio.

"L'idea cui fanno riferimento 85 aziende - dichiara il presidente Consorzio di tutela Dop Umbria, Tito Bittoni - è dare un nuovo volto alla comunicazione dell'olio, destagionalizzando un prodotto in grado di essere il volano per un nuovo turismo che punti sulla ricettività delle strutture che producono la Dop Umbria".

Nulla abbiamo contro l’olio umbro né contro il Consorzio ma l’informazione corretta, completa e veritiera deve partire proprio dagli operatori del settore, altrimenti la credibilità del comparto, già sufficientemente bassa, rischia di crollare miseramente.
Un comunicato stampa siffatto, preparato e diramato probabilmente in tutta fretta prima del Sol, rappresenta un danno d’immagine, prima di tutto per l’olio umbro che certamente non lo merita, e in secondo luogo per l’intero settore oleario.
Ci auguriamo che simili scivoloni non abbiano più a ripetersi.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

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