Italia

Torna la festa degli Spumanti d’Italia. Uniti si vince

Il Forum è ormai giunto alla sua quarta edizione, un successo di pubblico, soprattutto per le bollicine italiane che si scoprono protagoniste del comparto vitivinicolo italiano

13 settembre 2008 | T N

L'unione fa la forza anche per lo spumante italiano.
Nei primi 6 mesi del 2008 le esportazioni di vini spumanti italiani registrano un + 10% in volume e + 60% in valore .
Dai dati definitivi del 2007 la crescita all’estero segna un nuovo sorpasso: dopo il successo nel 2006 negli Usa con Asti e Prosecco che hanno superato in numero di bottiglie spedite di Champagne e Vin Mousseaux francesi, sicuramente gli Spumanti Italiani sono primi per volumi anche nel mercato Svizzero, Austriaco e Russo: rispettivamente 7,5 milioni di bottiglie, 4,6 milioni, 8,5 milioni.
Il mercato Russo, quello Irlandese, Austriaco e Belga fanno registrare nei primi mesi anche del 2008 incrementi molto significativi. La Spagna addirittura segna un + 26% rispetto ai primi 6 mesi del 2007. In calo la esportazione e la reimportazioni di bollicine in Francia con – 10%.

Il mercato interno resta piatto, ma conferma anche il maggiore movimento degli acquisti nella grande distribuzione e nei discount con partita iva; le vendite in cantina registrano un significativo incremento soprattutto per le aziende medio piccole e a conduzione familiare. Circa il 7% della produzione spumantistica nazionale è venduta direttamente alla produzione (con punte anche del 14-18% come nella zona di Valdobbiadene).

“ Continua il segnale positivo – spiega Giampiero Comolli, direttore del Forum - dell’incremento del valore superiore ai volumi sia stazionari che in crescita. Vuol dire che il mercato mondiale riconosce agli spumanti italiani un valore maggiore ed è disposto a pagarlo. E’ percepito un rapporto valore-identità più alto del passato, si acquisiscono mercati nuovi pronti a spendere di più, si diventa competitor di prodotti anche più blasonati perché il mercato mondiale comprime i prezzi. Non ultima la scoperta del tentativo di registrare il marchio “ spumanti “ in Cina.”

Per consolidare l'ottimo trend dell'export serve però coesione e condivisione tra le principali aree spumantistiche nazionali.

A festeggiare lo spumante italiano anche Luca Zaia, Ministro delle Politiche agricole. ““Sono loro gli apripista dei successi del Made in Italy nel mondo – ha sentenziato il Ministro che ha lanciato anche una nuova idea da far sposare al sistema spumantistico italiano - Lo spumante italiano potrebbe utilizzare la bottiglia light, ovvero bottiglie di vetro di minor peso. Ciò avrebbe sicuramente delle conseguenze positive in fatto di costi, ma anche sarebbe un messaggio ecologico importante. Un'operazione che darebbe forza ad una immagine integrata della nostra spumantistica. Un'occasione da prendere al volo e soprattutto prima che lo facciano altri. Stiamo per concludere una vendemmia che ci darà il primato internazionale di produzione. Ma attenzione ai furbi. Dobbiamo lavorare perchè non accada più che pochi personaggi poco seri non discreditino il lavoro della maggioranza dei nostri produttori”.



Il Forum non è stata comunque solo l’occasione di riflettere sui numeri della spumantistica italiana, sui dati econometrici e sulle prospettive di mercato ma anche per confrontarsi su temi diversi, affascinanti e innovativi.
Il Forum è infatti stato ideato proprio come “un insieme di incontri”, tappe indispensabili per far crescere una “forza di filiera” necessaria per raggiungere alcuni obiettivi, per forgiare la conoscenza delle diverse identità tipologiche, per arrivare a diffondere un consumo consapevole e per proporre un contributo di chiarezza istituzionale e di designazione in etichetta.

Di particolare interesse, quindi, la tavola rotonda fra diversi esperti e docenti universitari sul tema dei territori spumantistici italiani e il loro legame con le altre produzioni e le diffuse offerte della stessa regione vitivinicola. Una occasione per parlare di spumanti e bollicine in un modo diverso, allargato a contesti differenziati ma proiettati tutti verso una qualificazione produttiva di un distretto agroalimentare, tipicità italiana e soprattutto delle aree agricole italiane per la poliedricità e la ricchezza delle risorse alimentari, gastronomiche, enoiche e ambientali.
Coordinati dal prof Danilo Gasparini docente dell’Università di Padova, il prof Gianni Moriani di Ca’ Foscari ha inquadrato la scelta di “ parco alimentare” da un punto legislativo, giuridico, di riferimento con i distretti industriali e di riconoscimento dello stesso da parte del consumatore finale, con concetti di sistema rete fra imprese diverse ma con un unico obbiettivo.
Tra le proposte avanzate durante il convegno anche quella di un ipotetico “ parco produttivo distrettuale di un vino spumante”. Con una approfondita relazione Martina Iseppon, dell’Università di Padova, prendendo a esempio il Prosecco Spumante Doc e il suo territorio di elezione di Conegliano e Valdobbiadene e dintorni con tutte le opportunità ambientali, storico culturali ma anche istituzionali ha illustrato le condizioni per proporre il “Parco dell’Altamarca”, rilevando che esistono già sistemi e strumenti che devono solo essere messi in rete o accompagnati a fare sistema. Quindi una potenziale realtà già avviata che necessita di una sola cabina di regia per coordinare e valorizzare singoli momenti, non solo turistici. Di vitale importanza è superare l’estrema frammentazione e dispersione di iniziative, di risorse messe in campo, di competenze istituzionali.
Su questa idea, l’assessore Tiziana Favero ha illustrato l’iniziativa del Comune di Montebelluna di attivare il mercato agricolo settimanale, sottolineando però che non è facile educare i consumatori ad essere consapevoli e a riconoscere che il prezzo non è l’unico parametro della qualità, come pure i produttori faticano a comprendere il processo in cui vengono coinvolti che non è solo una soluzione distributiva e commerciale alle loro aziende. Evidentemente ogni novità comporta nuovi adeguamenti, nuovi rapporti sociali e civili anche fra istituzioni ed associazioni consumatori e produttori, per cui non sempre e facile creare condivisione e accelerare certi processi.



Il Forum Spumanti d’Italia ha colpito ancora una volta il bersaglio ponendosi come unico riferimento nazionale per il settore spumantistico italiano. Oltre 12.000 presenze, sono questi i numeri di un bilancio assolutamente positivo. 4.200 visitatori presenti in Villa dei Cedri nella sola giornata di domenica. C’è poi il bilancio della “piazza”, molti infatti gli spettacoli di qualità proposti che hanno riversato nelle vie e piazze di Valdobbiadene oltre 5.000 visitatori.

“Un’edizione davvero pregna di eventi e presenze. – conclude Comolli - Un bilancio assolutamente positivo che ha premiato le scelte fatte dagli organizzatori. Dopo quattro anni di Forum abbiamo quasi raddoppiato le etichette in gara al Concorso Enologico Nazionale portandole dalle 180 del 2004 alle 312 di quest’anno in rappresentanza di 117 aziende. I premiati sono stati solo 30 (il 10% dei partecipanti) a garantire l’assoluta qualità degli spumanti vincitori. Anche le etichette presenti in degustazione sono quasi raddoppiate dal 2004, da 93 sono passate a 160 a rappresentare 74 aziende provenienti da 16 Regioni d’Italia. Il vino non è dunque mancato, i 60 sommelier presenti nel corso della tre giorni hanno servito oltre 20.000 calici. Direi che non serve aggiungere altro. Il Forum Spumanti d’Italia è sempre più l’evento nazionale dedicato ai vini spumeggianti. Sono i numeri a sancire il successo della manifestazione.”

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