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I consumatori pazzi per l'olio extravergine di oliva Dop Monte Etna

I consumatori pazzi per l'olio extravergine di oliva Dop Monte Etna

Un Q-code con tutte le informazioni necessarie volte ad affermare autenticità del prodotto, identità e tracciabilità. Il nuovo contrassegno certifica il processo produttivo che partendo dalla produzione quindi dal territorio arriva sino alla tavola ove il consumatore

16 marzo 2025 | 12:00 | T N

Con l’attuazione del PSR Sicilia 2014/2020 Misura 3.2 - “Sostegno per attività di informazione e   promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno”, il Consorzio di Tutela DOP Monte Etna è presente pure a Trieste nell’importante rassegna fieristica aperta ai consumatori oltre che, ai Buyer e alle istituzioni.

In questo lembo d’Italia ove l’olivicoltura è presente in percentuali minimali si è creato un momento fieristico importante - commenta Giosuè Catania Presidente del Consorzio di Tutela- luogo di incontro con le varie realtà Italiane, con i consumatori per la vendita diretta dei prodotti e con Enti fortemente rappresentativi delle Comunità.

Il riferimento è all’Associazione Nazionale Città dell’olio che conta oltre 500 Comuni aderenti e che in questa Fiera così come in tante altre risulta esercitare un ruolo da protagonista rispetto agli argomenti offerti per la comune riflessione e al ruolo di collante con le Istituzioni per la promozione di iniziative di valorizzazione del territorio e delle imprese.

Lo stesso percorso Oleoturistico per la cui diffusione il Consorzio di Tutela della DOP Monte Etna è molto interessato sia per la presenza di aziende di altissimo valore storico e produttivo presenti sul Vulcano Etna, che per la creazione di un itinerario che metta in rete le comunità, i servizi promozionali e le qualità.

La stessa creazione di uno Strumento Nazionale che governi e pianifichi le attività inerenti il Turismo dell’olio e il recupero degli oliveti abbandonati e/o di difficile mantenimento, dovrà essere la chiave di volta per il rilancio dell’olivicoltura soprattutto in Sicilia e in particolare alle pendici dell’Etna.

Anche qui la bottiglia si presenta con il nuovo contrassegno che certifica il processo produttivo che partendo dalla produzione quindi dal territorio arriva sino alla tavola ove il consumatore potrà giovarsi attraverso un Q-code di tutte le informazioni necessarie volte ad affermare autenticità del prodotto, identità e tracciabilità.

Ora che il Tavolo Nazionale muove i primi passi per la stesura del Piano Olivicolo Nazionale, continua Giosuè Catania -  spetta alle Regioni maggiormente olivicole ad essere presenti con un proprio programma di interventi, ma soprattutto di una strategia di medio e lungo termine per delineare il futuro di un comparto produttivo fortemente deficitario ma di una ricchezza qualitativa e di biodiversità indescrivibile.

La Sicilia Olivicola ha bisogno dopo alcuni decenni di definire un Piano che affronti tra l’altro gli effetti di una variabilità climatica che mette a dura prova il settore, entrando nel merito delle azioni relative all’aumento delle superfici olivicole, ai processi innovativi, alla difesa delle realtà paesaggistiche, all’ammodernamento delle strutture e alle dinamiche di mercato per puntare sempre e comunque alla qualità come unico obiettivo da perseguire. 

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