Italia
Un contrassegno dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per l'olio di oliva

Il contrassegno permette di legare al prodotto le informazioni che l’azienda desidera e sarà un modo per raccogliere quei dati che sono necessari ai produttori per conoscere consumatori e mercati
13 settembre 2024 | Giosetta Ciuffa
In un momento storico molto complesso è fondamentale che la protezione delle tipicità venga intesa in maniera più compatta e corale e che i prodotti a denominazione si dotino di strumenti al passo con i tempi. Un esempio in questo senso viene dalla Sabina, territorio tra Roma e Rieti dalla forte tradizione olivicola, tanto da costituire una delle prime dop italiane dell’olio extra vergine di oliva. E proprio il consorzio per la tutela e la valorizzazione dell’olio a denominazione di origine protetta della Sabina ha sottoscritto un accordo a rafforzarne l’identità e la difesa con il garante istituzionale per definizione, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) - che, come già per l’Olio di Roma igp, ha messo a punto un contrassegno di sicurezza e tracciabilità, utile anche a fini commerciali – e con l’organismo di controllo Agroqualità.
L’accordo è volto all’adozione della soluzione di sicurezza e tracciabilità progettata dall’IPZS specificamente per il settore agroalimentare. A partire quindi dall’imminente campagna produttiva, il Sabina dop sarà la prima denominazione di origine protetta oleicola ad adottare il contrassegno univocamente numerato, colori e logo del consorzio con elementi di sicurezza avanzati simili a quelli per le banconote (manca la dicitura “Repubblica Italiana” poiché non sono carte valori). Ogni contrassegno è dotato di un QR code attraverso cui si accede alla piattaforma IPZS, una sorta di “passaporto digitale”, dedicata a promozione della qualità certificata, tracciabilità e contrasto alla contraffazione, proteggendo inoltre il consumatore dalle frodi, poiché sarà facile venire a conoscenza di ogni passaggio della filiera, dal terreno in cui si trovano gli olivi, al frantoio, al confezionamento.
“Essendo garante per definizione della fede pubblica, è naturale per il Poligrafico e Zecca dello Stato - commenta l’amministratore delegato Francesco Soro - aiutare un prodotto italiano di assoluto pregio a essere certificato, garantito e di qualità, in un momento difficile e per i numerosi tentativi di intrusione nel mercato. Il contrassegno permette inoltre di legare al prodotto le informazioni che l’azienda desidera e si sta rivelando un tratto distintivo per i consumatori, che iniziano a riconoscerlo e utilizzarlo come momento e come metodo di scelta: lo vediamo già per l’Olio di Roma igp, che se ne serve già. In prospettiva sarà un modo per raccogliere quei dati che sono necessari ai produttori per conoscere consumatori e mercati”. Considerati i tempi quindi il cammino dell’IPZS è necessariamente segnato dall’innovazione tecnologica. È recente anche la partnership con Microsoft per il ‘brand protection assistant’ per la doc Prosecco: un chatbot che, grazie alla AI generativa, apprende a riconoscere le etichette contraffatte.
Un impegno che, relativamente all’agroalimentare - continua Soro - “l’Istituto porta avanti con Fondazione Qualivita: l’importanza del contrassegno si sta piano piano attestando anche per altri consorzi, che restano ‘realtà plurali’ e necessitano di più tempo, ma adesso con il passaporto digitale del prodotto si è avuta un’accelerazione phygital in quanto. A un prodotto fisico abbiamo aggiunto servizi digitali utili anche per fini di marketing e comunicazione”.
Alessandro Donati, presidente del consorzio Sabina dop: “È un’agevolazione enorme del lavoro di registrazione al Sian, quindi lato operatori il vantaggio verrà avvertito immediatamente. Comunicando la qualità, è un vero e proprio certificato di garanzia evidente agli occhi del consumatore finale anche all’estero: con la fotocamera si raggiungono tutte quelle informazioni relative a tracciabilità, qualità, sostenibilità. La dop è un ambito molto legato alla tradizione e così si fa un balzo in avanti nell’innovazione”. Il presidente - in carica da marzo – racconta anche il futuro del consorzio: “Oltre alla tutela, l’impegno va nella direzione dell’oleoturismo. Il territorio abbraccia Roma, Rieti e arriva fino a Tivoli con le sue Ville, inoltre i Cammini cristiani di Francesco e di S. Benedetto, con il Giubileo alle porte. Sto lavorando già da adesso con il parco dei monti Lucretili per la Cets - Carta europea del turismo sostenibile e con l’università della Tuscia, coinvolta nel polo universitario di Rieti, per implementazioni al disciplinare che si ripercuotono su sostenibilità e turismo: situazioni accattivanti che si trascinano dietro tutto il mercato dell’olio, un indotto economico e di movimento molto importante”. E ancora, collaborazioni con Olio di Roma igp e decreto Masaf per valorizzare e rafforzare il sistema delle indicazioni geografiche.
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