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Un laboratorio per il futuro dell'Italia: il Molise

Un laboratorio per il futuro dell'Italia: il Molise

Il Molise ha ampi margini per diventare esempio di un vero sviluppo, quello affidato alla cura e al dialogo, che ha al centro il settore primario, l’agricoltura, l’espressione della ruralità e biodiversità

24 maggio 2024 | Pasquale Di Lena

“Pensare ora al Molise di domani” è l’invito, rivolto a tutti i molisani, da me raccolto a conclusione di una giornata che Larino - la culla delle Città dell’Olio e, con le tre varietà di olivo che riportano il suo nome (“Gentile”, “Salegna” o “Saligna” e “San Pardo”), città mondiale della biodiversità olivicola – ha voluto dedicare a un carattere fondamentale della natura, la Biodiversità.

Una mattinata nell’azienda dell’Istituto Tecnico Agrario Statale e un pomeriggio nella sala “Freda” del Comune di Larino, con presentazioni e relazioni che hanno messo in luce la situazione difficile che vive la natura nelle mani del neoliberismo della finanza (banche e multinazionali) e, con essa, la nostra madre Terra.

Il sistema che governa il mondo, affidando la società al dio denaro, cioè alle logiche del mercato e le relazioni alla pratica dell’intermediazione, ha posto l’individuo, dopo aver trasformato anche la natura in merce, in una situazione di competitività, come tale, di crescente isolamento e tutto per primeggiare.

Il capitalismo, nella sua evoluzione neoliberista – continuiamo a ripeterlo - non ha il senso del limite e del finito e, come tale, con un uso improprio delle parole “sviluppo” e “progresso”, produce solo disastri. Depreda e distrugge limitando, così, le risorse di madre terra e, come tale, le possibilità di vita di milioni, se non miliardi, di persone.

La grande sfida che ha di fronte l’umanità è quella di adottare prima possibile, se non vuole implodere con il neoliberismo, un nuovo modello di sviluppo sostenibile ambientalmente, socialmente e economicamente. Uno sviluppo possibile se poniamo attenzione alla qualità - un carattere proprio del bene comune primario, il territorio - mantenendo sani, vitali e resilienti i sistemi naturali.

Il Molise, con i suoi 4437 Km² di superficie (53% montagna e 47% collina), e il suo prezioso mare, è una regione piccola che ha le basi per affrontare il domani. Non più nelle mani del sistema basato sul consumismo ma in quelle della sobrietà, ovvero un nuovo modo di vivere la vita, il solo capace di ridare sollievo al clima e, con il rilancio della solidarietà fra i suoi componenti, serenità alla natura. Una Regione, la più piccola dopo la Valle d’Aosta - per millenni terra di transumanza e, come tale, di passaggio dal centro al il sud - che ha bisogno, per la sua stessa sopravvivenza e per esprimere le sue enormi potenzialità, di un’analisi attenta della realtà che vive, e, anche, di un confronto permanente con quella che vive il mondo intero, l’Italia in particolare.

Un confronto indispensabile, visto che anche il Molise non è immune dal sistema imperante sopra citato, anche se, grazie ai suoi primati della ruralità e della biodiversità, dimostra di avere rispetto per la natura, con la quasi totalità dei suoi 136 luoghi che danno la possibilità di respirare ancora aria pulita, bere acqua potabile, cibarsi di prodotti di qualità.  La piccola regione, per fortuna, ha ancora ampi margini per diventare esempio di un vero sviluppo, quello affidato alla cura e al dialogo, che ha al centro il settore primario, l’agricoltura, l’espressione della ruralità e biodiversità, la fonte del cibo che - con i comparti ad essa legati (forestazione, zootecnia) -  ben rappresenta e racconta la Dieta Mediterranea .

Le sue potenzialità e possibilità sono ne: l’integrità del suo territorio, la priorità delle priorità, a partire dalle sue primarie espressioni, ruralità e biodiversità, due straordinarie peculiarità di grande attualità; il rilancio dell’agricoltura con la diffusione della polifunzionalità, per un reddito adeguato, e del biologico, per un rafforzamento della sostenibilità;  i 136 luoghi, che compongono e rappresentano il suo territorio, nella quasi totalità abbandonati, ma ancora animati da Genius loci (Spirito del luogo). Il Molise, “Luogo dei luoghi”, una splendida “Città-campagna”,  grande tesoro di valori e di risorse, che, solo se salvaguardata e tutelata, ha la possibilità di organizzare e, con la progettualità, esprimere e mettere in campo un tipo di sviluppo che dà al domani la continuità del presente e del passato. Una continuità, quale speranza nel futuro, che il Molise deve al suo essere stato dimenticato.

Un insieme di valori e di risorse da utilizzare e non sprecare; da vivere, per esaltarne le bellezze e le bontà espresse, e non per distruggerle.  Un’idea di sviluppo possibile da realizzare se fatta propria da una classe politica e dirigente consapevole, soprattutto della fragilità di un territorio - compreso il piccolo mare - che non ha più né il tempo e né lo spazio per essere manomesso e maltrattato, ma – come sopra sottolineato - solo promosso e valorizzato per tutte le cose belle e buone che è in grado di offrire.  In pratica, il Molise, ha quanto serve per diventare un laboratorio, esempio per un’Italia sempre più fragile, non più in grado di sopportare i processi predatori e distruttivi di un sistema privo, appunto, del senso del limite e del finito.  

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