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Accordo per dare impulso all'olio di oliva italiano

Accordo per dare impulso all'olio di oliva italiano

In Puglia, Calabria e Sicilia la raccolta può considerarsi abbastanza soddisfacente, nonostante la siccità e grazie anche a contenuti attacchi di fitopatie che hanno colpito il Centro Nord

30 novembre 2023 | Giosetta Ciuffa

Campagna olivicola questa in corso in cui più di altre si è faticato in termini di quantità e, a fronte di difficoltà sempre maggiori e inaspettate, Confagricoltura e Unapol si uniscono in sinergia per dare un impulso alla filiera. I rispettivi presidenti, Massimiliano Giansanti e Tommaso Loiodice, hanno ieri siglato un’intesa con l’obiettivo di contribuire ad aumentare la produzione e la commercializzazione del prodotto di origine nazionale e dell’olio extra vergine 100% made in Italy, nonché favorire accordi commerciali con player del settore, lavorare su specifiche tematiche ai tavoli di confronto e diffondere conoscenze tecniche., migliorando la redditività delle imprese in un periodo molto difficile per il comparto.

L’Italia è secondo produttore al mondo di olio di oliva (15% della produzione mondiale dopo la Spagna che ne copre il 45%), primo consumatore e importatore e infine secondo esportatore con un ruolo da leadership a livello internazionale (60% Spagna, 20% Italia). Come volumi, l’Italia si attesta nel 2023 intorno a 290mila tonnellate (+20% rispetto al 2022), inferiori del 17% rispetto alle 350mila tonnellate raggiunte in alcuni anni. Nelle regioni tipicamente trainanti Puglia, Calabria e Sicilia la raccolta può considerarsi abbastanza soddisfacente, nonostante la siccità e grazie anche a contenuti attacchi di fitopatie che invece hanno colpito il Centro Nord: cecidomia in Liguria, mosca dell’olivo in varie regioni e fenomeni di cascola in Lombardia e Veneto.

“Intesa questa contro nessuno ma ‘per’ - sottolinea quindi Massimiliano Giansanti di Confagricoltura -, volta a costruire un modello che necessariamente ci faccia ripensare un rilancio. L’ultimo decennio è stato difficile e con prezzi bassi; questa alleanza valorizza olio e olive da mensa, al fine di assicurare un futuro. Oggi andiamo verso un processo di aggregazione comune, con sfide significative. Un impegno che mi assumo è inoltre la lotta alla Xylella - per me una ferita - con il ripristino della produzione in Salento: dobbiamo battere politicamente e ci muoveremo. Già da oggi ci sono tavoli aperti al Masaf”.

Cambiamento climatico altro tema su cui si dichiara sensibile, citando uno studio dell’università di Oxford che prevede che nel 2100 ci saranno uno o due eventi calamitosi all’anno ma l’Italia, dalla Pianura padana in giù, e la Grecia sembra ne saranno escluse. “Ce ne deriva un vantaggio competitivo globale ma ora dobbiamo tornare sopra le 500mila tonnellate, non ci piace essere secondi”. Si ragiona però ormai globalmente: dalla realtà storica agricola italiana, dove quella dell’olivicoltura è un’immagine ricorrente, alle indispensabili innovazioni per soddisfare il consumatore che sempre più vuole sapere cosa compra: “È ora necessario un nuovo modello economico per trovare soluzioni sempre più globali non solo di innovazione – con HubFarm, piattaforma digitale di transizione tecnologica – ma anche legate alla salute nell’ottica One Health: tematiche di cui in questi giorni abbiamo parlato anche a Bruxelles”.

Per Unapol, Unione nazionale associazioni produttori olivicoli, parla Tommaso Loiodice di Unapol riconoscendo la rilevanza dell’economia olivicola per il Paese: “È un onore sottoscrivere in quest’anno particolare questa alleanza, avvio di un percorso positivo e propositivo. L’Italia sì torna seconda nella produzione ma è importante che l’olio sia percepito non come condimento bensì come alimento, e riconosciuto trainante per il comparto. Fondamentale avere a fianco Confagricoltura per portare avanti questi messaggi, per aiutare nella crescita, per le nuove leve: doveroso è dare risposte all’Italia che vuole parlare di olio”.

Aggiunge Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olio di Confagricoltura: “Secondi nella produzione che ci vede con 290mila tonnellate ma continuiamo a non soddisfare il fabbisogno interno. Oggi rappresentanza classica di sinergia che punta a sviluppo e crescita del settore oleario interno ma occorre sensibilizzare la politica per un piano olivicolo nazionale serio”.

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