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CAMPAGNA OLEARIA IN FORTE ANTICIPO. I FRANTOI APRIRANNO IN SETTEMBRE

La Cia prevede un’annata olivicola-olearia anticipata di oltre un mese. La quantità totale prodotta non dovrebbe superare le 600 mila tonnellate. Per le rese in olio e la qualità sarà decisivo l’andamento climatico d’agosto. Per il momento, il caldo sta creando problemi per le piante, assillate da insetti, e per le olive, minacciate dalla mosca olearia

06 agosto 2007 | T N

Come per la vendemmia anche la campagna olivicola-olearia si preannuncia in grande anticipo. In molte aree del Paese i frantoi potrebbero attivare le loro macine già nei primissimi giorni del mese di settembre. Una condizione che non si era mai verificata prima. E’ un altro segnale di un clima mutato che stravolge i cicli produttivi e, quindi, nel caso dell’olio d’oliva, i tempi di trasformazione. E’ quanto segnala la Cia-Confederazione italiana agricoltori che spiega come sia fondamentale per la qualità dell’olio d’oliva molire i frutti quando sono ad un giusto stato di maturazione. E le olive si presentano sulle piante, in questi giorni, molto avanti nel processo, come se mancassero sei-otto settimane alla raccolta.

Se -continua la Cia- il mese d’agosto riproporrà temperature e perturbazioni analoghe a quelle di luglio, ci troveremo con le campagne italiane in grande fermento già nei primi giorni di settembre con vendemmie e moliture d’olive che in alcune zone rischiano la sovrapposizione.

Volendo azzardare una prima stima produttiva -segnala la Cia- difficilmente si arriverà a realizzare più di 600 mila tonnellate complessive di olio extravergine d’oliva. Inciderà, comunque, in maniera decisiva il clima delle prossime settimane. Se piove “bene” (senza grandinate e violenti temporali) la stima potrebbe salire del 10-15 per cento. Ma se -puntualizza la Cia- con ogni probabilità, le rese potrebbero non essere eccezionali, la qualità sarà veramente di grande livello, forse la migliore degli ultimi 10 anni.

Altra problematica del settore -rileva la Cia- è legata alle alte temperature di questi giorni: olivi e frutti sono maggiormente esposti ad attacchi di insetti che stanno proliferando. L’avvento della mosca olearia in questa fase rappresenterebbe una vera iattura per i produttori.

Ovviamente -chiarisce la Cia- le quantità prodotte dovrebbero condizionare anche il mercato e, di conseguenza, il prezzo dell’olio all’origine. Prezzo che lo scorso anno non arrivava a 3 euro al kg per gli olivicoltori, sempre alle prese con offerte “di cartello” dei grandi gruppi industriali e delle multinazionali.

Per i consumatori -conclude la Cia- cambierà poco o nulla. Infatti, i meccanismi di commercializzazione e della formazione del prezzo della bottiglia sullo scaffale, sono totalmente sganciati dal sistema produttivo. Nella confusione più totale, con una eccezione per le bottiglie a marchio Dop (quindi di provenienza garantita), si troveranno in commercio bottiglie di olio extravergine d’oliva a 3,50 euro al litro e quelle da 23 euro, senza poter comprendere dalle informazioni in etichetta il perché di tanto divario di prezzo.

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