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LA GIUNTA REGIONALE SICILIANA APPROVA UN PIANO DI SVILUPPO RURALE CHE VIENE GIÀ CONTESTATO

In arrivo 2,1 miliardi di euro. Gli orientamenti europei privilegiano l'aspetto imprenditoriale, per questo il Por prevede l’innalzamento dei requisiti minimi per l’accesso alle risorse Ue, sarà più difficile l’accesso ai fondi per le microimprese, anche di giovani

07 luglio 2007 | T N

La giunta regionale, presieduta da Salvatore Cuffaro, ha approvato il Piano di sviluppo rurale (Psr) 2007/2013, che stanzia 2,1 miliardi di euro per gli agricoltori siciliani. Il documento è stato già notificato in via telematica agli uffici della Commissione europea a Bruxelles.
Le novità rispetto alla precedente programmazione del Por 2000/2006 sono molte. A cominciare dal fatto che ci sarà un fondo unico, il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) esclusivamente dedicato all'agricoltura. Ma anche per quanto riguarda la gestione amministrativa ci saranno dei cambiamenti, nell'ottica della semplificazione amministrativa, della riorganizzazione nella valutazione delle proposte e della gestione informatizzata e del sistema di monitoraggio. Ad effettuare i pagamenti, per esempio, non sarà piú la Regione, ma l'organismo pagatore Agea. Cambia anche la logica dei finanziamenti.
“Rispetto alla precedente programmazione - afferma l'assessore all'Agricoltura, Giovanni La Via - dobbiamo guidare il processo ed evitare che avvenga il contrario. I nuovi orientamenti comunitari, ma anche i regolamenti piú rigidi privilegiano l'aspetto imprenditoriale delle aziende agricole che oggi più che mai sono chiamate ad operare scelte in un quadro di convenienze economiche determinate sempre più dalla dinamiche dei mercati e da fattori esterni all'azienda che rendono necessario per l'imprenditore agricolo sviluppare capacità di analisi economica, cultura d'impresa e forte attitudine manageriale.”
Da qui anche l'innalzamento, rispetto alla precedente programmazione, del numero minimo di Ude, (l'unità di base per il calcolo della dimensione economica aziendale) che passa da 4 a 15, che alcune eccezioni per i giovani. Altra novità è proprio quella del "pacchetto giovani" ovvero un insieme di misure di sostegno all'avvio dell'attività.
Rispetto al passato, infatti, il premio (40mila euro) non sarà a fondo perduto, ma ci sarà l'obbligo da parte dei giovani di partecipare congiuntamente ad una misura d'investimento prevista dal Psr.
Previsti anche i cosiddetti "progetti di filiera" che puntano all'aggregazione di diverse aziende, da chi produce a chi commercializza, con la presentazione di un progetto unico.
Quattro gli assi di intervento previsti dal programma.
L'asse 1 è quello che punta al miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale, con dei veri e propri aiuti per l'insediamento dei giovani, interventi di formazione professionale, ammodernamento delle aziende, sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie, miglioramento delle infrastrutture e della qualità dei prodotti.
L'asse 2 prevede il miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale con l'attribuzione di premi per conservare e tutelare la biodiversità, incrementare la superficie boscata, mitigare l'effetto serra. L'asse 3, che prevede la qualità della vita nelle zone rurali, è la vera novità del programma, perché punta alla diversificazione dell'economia rurale, con la riqualificazione dei centri storici e dei borghi rurali e la valorizzazione del patrimonio culturale.
L'asse 4, ovvero l'approccio Leader, che ha come obiettivo quello di consolidare i partneriati locali con interventi da loro coordinati anche nell'ambito dei diversi assi del programma.

“Entro la fine dell'anno - promette La Via - gli agricoltori siciliani potranno iniziare a spendere già i primi soldi.”

Ma non tutte le scelte compiute dalla giunta siciliana sono state accolte con favore, anzi, il Por Sicialia viene già contestato.
La Cia Sicilia ha espresso il più totale disappunto sul Piano di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. “Nel Piano -dichiara Carmelo Gurrieri, presidente della Cia siciliana - non troviamo le risposte che attendevamo dopo il confronto con l’assessore La Via. La scelta di mantenere il tetto minimo di 15 Ude nei fatti vanifica la parte innovativa che pure era contenuta nella proposta di Psr”.
La Cia siciliana rimane profondamente contraria nei confronti della scelta operata dal Governo della Regione di destinare gran parte delle risorse del Psr per lo sviluppo e l’innovazione a poco più del 10% delle imprese agricole. L’avere accolto la proposta avanzata dalla Cia di ridurre, ma solo per i giovani imprenditori, ad 8 Ude il tetto minimo per partecipare ai bandi per gli investimenti, non risolve interamente la problematica riguardante la maggioranza delle aziende agricole siciliane.
I limiti di accesso ai bandi troppo alti imposti a tutte le altre tipologie aziendali escludono di fatto la maggior parte delle imprese agricole siciliane dall’innovazione, dallo sviluppo e dalla possibilità di confrontarsi alla pari delle altre con il mercato dei prodotti di qualità. Tra le escluse pure il 50 per cento delle aziende che attualmente adottano il metodo di coltivazione biologico.
“Quella operata dal governo regionale -denuncia Gurrieri- è una colpevole scelta che porta con sé il rischio di emarginare dal contesto produttivo migliaia di aziende agricole che oggi trainano l’economia di molte aree rurali e producono beni apprezzati per la loro qualità e tipicità”.
Il Psr, inoltre, non chiarisce l’intervento sull’accesso al credito delle aziende agricole, ritenuto invece prioritario per la Cia siciliana, non prevede misure a sostegno dell’associazionismo e della diversificazione delle attività agricole in chiave multifunzionale e non contiene interventi finalizzati alla sicurezza nelle campagne, come la tele-sorveglianza delle aziende agricole, l’utilizzo di sistemi di controlli satellitari dei mezzi agricoli e dei capi di bestiame e la estensione agli imprenditori agricoli delle misure previste per quanti denunciano l’usura e il racket.

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