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Dal mare un confine naturale alle produzioni bio delle isole

Dal mare un confine naturale alle produzioni bio delle isole

Un progetto biologico come scelta di vita, sostenuto non solo dal rispetto delle norme legislative che ne regolano l’attuazione, ma soprattutto dalla condivisione di una strategia mirata al mantenimento, nel pieno rispetto delle risorse ambientali

19 ottobre 2021 | C. S.

L’1 gennaio 2022 entrerà in vigore il nuovo regolamento europeo sul biologico, ma l'Italia guarda già oltre. La certificazione biologica diventa infatti opportunità di crescita per un'intera comunità delle isole minori e non solo occasione di reddito per gli agricoltori. È quanto emerso nel corso del convegno “Isole minori Oasi del biologico: obiettivo da raggiungere”, svoltosi a Sol&Agrifood Special Edition, la manifestazione di riferimento per l’olio evo, il cibo e la birra artigianale di qualità in programma fino ad oggi alla Fiera di Verona.

L’ISOLA, PATRIMONIO BIOLOGICO. A tracciare un percorso comune, l’isola di Pantelleria, ma non solo per i suoi muretti a secco oppure le viti ad alberello, primo ‘tesoro’ agricolo mondiale, esaltato dall’inserimento tra i patrimoni Unesco come patrimonio immateriale. L'isola del vento, da cui il nome, diventa un modello di sviluppo per il futuro delle isole minori italiane e mediterranee. La scommessa è unire le forze tra tutti i piccoli e i piccolissimi agricoltori locali per far diventare tutto il territorio bio, dove è il mare a fare da confine e a tutelare da contaminazioni.

“È solo un decennio che l'Unesco, dopo un animato dibattito, ha deciso di dare valori alle tradizioni rurali come patrimonio immateriale, quindi mettendo al centro l'impatto che l'uomo ha avuto e ha sul territorio, sulla sua storia” ha affermato Pier Luigi Petrillo, vicepresidente del gruppo di esperti della convenzione Unesco sul patrimonio culturale immateriale.

DA SCELTA AGRICOLA A SCELTA GLOBALE. Il vero valore di una trasformazione di un intero territorio in biologico è certamente agricolo, con sensibili risparmi sui costi organizzativi delle filiere e sulla gestione tecnico-agronomica, ma le istituzioni oggi guardano con particolare favore, anche agli indirizzi del PNRR, all’impatto positivo per il turismo e la tutela della biodiversità. Tanto più che dal punto di vista culturale si rinnoverebbe l’antico ruolo delle isole mediterranee nei percorsi della storia della biodiversità agricola.

RESPONSABILITÀ DA CONDIVIDERE COME SCELTA DI VITA. “Da chi ha avuto l'onore di svolgere un ruolo legislativo non posso che dire che le norme vanno sempre osservate, ma non devono essere limitanti allo sviluppo – ha affermato Colomba Mongiello, già vicepresidente della commissione anticontraffazione del Parlamento – oggi le isole minori e il loro esempio virtuoso possono fare da apripista a un percorso che guardi oltre le certificazioni e la burocrazia, pensando al benessere nostro e delle future generazioni; la scelta della cultura biologica non deve essere solo agricola, ma totale,  aprirsi a un coinvolgimento fattivo di tutte le persone che animano un territorio, spesso piccolo come un’isola, protetto dal mare che segna confini di uno scrigno ricco di biodiversità che meritano di essere salvaguardate come memoria del passato, ma anche di essere utilizzate sapientemente come strumento contemporaneo di valorizzazione e promozione”.

PANTELLERIA, ARCIPELAGO TOSCANO, TREMITI. Un progetto biologico come scelta di vita, sostenuto non solo dal rispetto delle norme legislative che ne regolano l’attuazione, ma soprattutto dalla condivisione di una strategia mirata al mantenimento, nel pieno rispetto delle risorse ambientali, grazie a ogni piccola azione quotidiana, frutto di un pieno coinvolgimento di chi vive quella terra tutto l’anno e non solo come risorsa turistica.

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