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Enoturismo: i grandi esperti mondiali

Enoturismo: i grandi esperti mondiali

Il professor Giuseppe Festa, coordinatore scientifico dell’Osservatorio sul Turismo del Vino delle Città del Vino e curatore del relativo Rapporto, è il massimo esperto nazionale nel campo dell’enoturismo e tra i primi al mondo

12 agosto 2021 | C. S.

Secondo Web-of-Science il massimo esperto in Italia di turismo del vino e tra i primi al mondo (settimo nel 2020 e terzo nel 2021), per numero di articoli scientifici e relativi indicatori, è il professor Giuseppe Festa, da anni coordinatore scientifico per conto delle Città del Vino dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo del Vino. È quanto risulta dalla ricerca internazionale, pubblicata sul Journal of Tourism Quaterly, a cura di George Triantafyllou (Hellenic Mediterranean University, Iraklion Crete, Grecia), Michail Toanoglou (Woosong University, Daejeon, Corea del Sud), Strataki Eirini (Hellenic Mediterranean University, Iraklion Crete, Grecia) e Rahul Pratap Singh Kaurav (Prestige Institute of Management, Gwalior, India).

Lo studio ha indagato i principali esperti mondiali in materia di enoturismo per numero e qualità di articoli, ricerche e pubblicazioni scientifiche. Nel caso del professor Festa, direttore scientifico del corso di perfezionamento universitario e aggiornamento culturale in Wine Business all’Università degli Studi di Salerno, tra i principali veicoli di approfondimento e ricerca c’è proprio l’Osservatorio sul Turismo del Vino, curato per conto dell’Associazione Nazionale Città del Vino.

“Questo importante riconoscimento scientifico, da parte di soggetti terzi, internazionali e di prestigio, conferma ancora una volta la qualità delle nostre ricerche sul turismo del vino in Italia - dichiara Floriano Zambon, presidente di Città del Vino -. Secondo l’ultimo Rapporto, il XVII, presentato a giugno, l’enoturismo è un importante asset economico a livello nazionale, sempre più strategico in uno scenario mondiale che favorisce oggi le attività turistiche all’aperto. Il comparto valeva prima della pandemia almeno 2,65 miliardi di euro nel Paese, con almeno 15 milioni di arrivi enoturistici. Averne consapevolezza è un dato essenziale da cui partire per ripensare e qualificare sempre meglio l’accessibilità e l’accoglienza dei nostri territori. Il turismo del vino non è una scommessa – conclude Zambon - ma una certezza per il futuro delle aree rurali italiane”.

“Si tratta senza dubbio di un’evidenza scientifica di notevole soddisfazione, che muove dal corso di Wine Business all’Università di Salerno e arriva fino all’Osservatorio Nazionale sul Turismo del Vino delle Città del Vino, che costituisce un serbatoio ormai vastissimo di dati, rapporti e progetti, punto di riferimento anche per l’ufficio legislativo del Ministero delle Politiche Agricole in sede di definizione della legge quadro sull’enoturismo in Italia - dichiara il professor Giuseppe Festa -. Questo risultato costituisce naturalmente un ulteriore stimolo per migliorare sempre di più in termini qualitativi e quantitativi l’impatto della ricerca scientifica che conduciamo in seno all’Osservatorio delle Città del Vino”.

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