Italia 22/03/2021

Troppi italiani non sanno riconoscere l'origine dell'olio extra vergine di oliva in etichetta

Troppi italiani non sanno riconoscere l'origine dell'olio extra vergine di oliva in etichetta

L'extra vergine nazionale gode di un premio di prezzo a scaffale del 35% rispetto all'olio comunitario che, a sua vola, può godere di un vantaggio competitivo rispetto alla miscela di oli extra-Ue


Fornire informazioni ai consumatori attraverso l'etichetta è un mezzo per le aziende alimentari per informare i consumatori sulle caratteristiche del prodotto, compreso il paese d'origine.
Nell'UE, l'etichettatura d'origine è stata resa obbligatoria per diverse categorie di prodotti alimentari, per permettere ai consumatori di fare scelte informate nel punto vendita.
In particolare, il regolamento (UE) n. 29/2012 ha introdotto un sistema obbligatorio di etichettatura del paese d'origine per l'olio extravergine d'oliva.

L'Università di Bari ha condotto uno studio in Italia, testando se esiste un differenziale di prezzo associato alle informazioni d'origine per l'olio.
A tal fine, è stato impiegato un modello di prezzo edonico e dati sull'acquisto di extra vergine raccolti da 982 consumatori alla cassa del supermercato.
Dopo aver intervistato questi consumatori, è stata anche la quota di consumatori di olio che identificano correttamente il paese di origine del prodotto acquistato.

I risultati evidenziano che, in Italia, l'extra vergine con origine nazionale, indicato in etichetta, beneficia di un premium price pari al 35% in più rispetto al prodotto etichettato come miscela di oli europei, mentre una diminuzione del -10,8% è legata agli extra vergini di origine non europea.

Una quota significativa di consumatori del campione (19,04%) non è tuttavia in grado di identificare correttamente l'origine dell'extra vergine acquistato. Questo uso improprio dell'etichetta si verifica soprattutto tra i consumatori che riferiscono di aver acquistato extravergine italiano, mentre in realtà hanno acquistato una miscela di oli europei.

Le donne e i consumatori più istruiti hanno meno probabilità di leggere impropriamente le informazioni dell'etichetta sulle origini del prodotto.

di T N