Italia
Quale sistema di tracciabilità per l'olio d'oliva italiano? QRcode, NFC o RFID
In un sondaggio proposto dal Crea nell'ambito del progetto Infaoliva si lascia la scelta al consumatore sul sistema di tracciabilità per l'olio d'oliva italiano. Il questionario, però, rischia di indurre in errore, confondendo tra tracciabilità, gestione dell'informazione
07 maggio 2019 | C. S.
Il Crea, nell'ambito del progetto Infaoliva finanziato dal Piano Olivicolo Nazionale, sta sottoponendo ai consumatori un questionario on line che vorrebbe sevire a identificare il miglior sistema di tracciabilità e informazione al consumatore.
Il questionario, anonimo, prevede alcune domande generali, dal sesso alla fascia d'età, addentrandosi poi nelle abitudini d'acquisto di olio extra vergine d'oliva.
E quim purtroppo, cominciano i guai, poichè la domanda "Solitamente consuma olio extra vergine di oliva?" è estremamente generica, senza che possa realmente fornire una profilazione del consumatore, distinguendo sulla base della frequenza di acquisto e/o di consumo, settimanale o mensile.
Anche la domanda "Quanti euro spende o spenderebbe per un litro di olio extra vergine di oliva di "qualità"?" è abbastanza generica, poichè la parola "qualità", non è meglio specificata, nè legata a caratteri specifici, come le certificazioni, nè all'origine, nè ad altri parametri oggettivi e soggettivi che possano essere motivazioni d'acquisto e di consumo.
Vengono poi descritte "tre differenti tecnologie innovative per la tracciabilità dell'olio extra vergine di oliva e le informazioni aggiuntive che il consumatore può ricevere".
Si chiede quindi attraverso quale tecnologia il consumatore vorrebbe ricevere le informazioni sulla tracciabilità dell'olio, spiegando vantaggi e vantaggi di ciascuna tecnologia, anche attraverso brevi video, e fornendo l'indicazione che tutte le tecnologie elencate possono essere agganciate a una blockchain, che dovrebbe garantire la correttenza delle informazioni.
Dopo aver letto il questionario e aver guardato i video possiamo affermare che la compilazione richiede pochissimi minuti per un utente disattento, oppure già ben informato sulle tecnologie proposte, mentre richiede qualche minuto in più per quei consumatori che debbano farsi un'opinione attraverso la visione dei video.
Alla fine si chiede quindi se "Sarebbe interessato/a a conoscere la provenienza e tracciabilità dell'olio extra vergine di oliva di qualità?" che, alla riposta sì, apre altre due domande:
1) Quanti euro sarebbe disposto/a a spendere in più per acquistare un litro di olio di qualità con tecnologia di tracciabilità integrata?
2) Quali tra i prodotti visionati per la tracciabilità dell'olio extra vergine di oliva acquisterebbe?
Nel complesso, quindi, il questionario vorrebbe servire a capire le preferenze dei consumatori per uno o l'altro sistema di trasmissione dell'informazione (un po' come chiedere se preferiscono DVD o Blue-Ray) e quanto sarebbero disposti a pagare in più per tali informazioni, così fornendo l'indicazione alla filiera se l'implementazione di tali tecnologie possano essere vantaggiose o no.
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