Italia

Sfide del futuro per l'olivicoltura: cambiamenti climatici e consumatori

Due sfide ma anche due opportunità. Informando i consumatori si potrà dare valore aggiunto al prodotto, premiando i produttori che, nel frattempo dovranno lottare contro fenomeni estremi sempre più frequenti

09 aprile 2019 | T N

Le minacce al mondo olivicolo italiano ormai arrivano da vari fronti: il cambiamento climatico che mette in crisi la produzione, un mercato sempre più globalizzato, la generale diseducazione al consumo di oli di qualità e la corsa al prezzo basso.

Come resistere? Siamo convinti che le risposte migliori debbano arrivare valorizzando l'unicum della nostra storia olivicola, una perfetta sintesi tra ambiente,territorio e uomo. Risposte legate alla filosofia di Slow Food: biodiversità, terroir e cultura.

In questo contesto l'olivo può ripercorrere, senza copiare, le strade del vino in termini di gestione agronomica, del concetto di sostenibilità e rispetto dell'ambiente. Valori da sempre presenti in chi fa olivicoltura ma che raramente riescono a essere trasmessi al consumatore. Un consumatore che si trova davanti etichette tutte uguali, con informazioni troppo simili che rischiano di banalizzare l'informazione che fa cultura. Occorre quindi un approccio e un percorso che passi dal territorio, dalla varietà, dalla produzione, per arrivare alla consapevolezza del consumo.

In questo contesto, in cui la cultrua fa rima con resilienza, molto interessante è stato il contributo di Rachele Lodi del Cnr che ha ben spiegato come i cambiamenti climatici non sono un mito e che rimangono trent'anni in cui è possibile cambiare rotta, con scelte politiche e individuali chiare e precise.

Nel corso del convegno è poi emersa chiaramente la necessità di una maggiore cultrua di prodotto, che parta dai territori olivicoli. Come è ed è stato per il vino, in cui si cerca un Chianti o un Amarone, così si dovrebbe cercare un olio in ragione di un abbinamento. "Se ci sono oli a 2,99 euro/litro non si possono dare tutte le colpe alla GDO ma anche al consumatore che deve crescere e scegliere con maggiore consapevolezza, informandosi" ha dichiarato Marco Antonucci, responsabile della Guida Slow Food per la Lombaria.

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