Italia
Seminare la cultura dell'olio d'oliva in Azerbaijan e scoprire che attecchisce
Le regole per avere successo in un Paese in cui i ceti più abbienti, abituati al burro salato, sono rimasti affascinati dal meraviglioso mondo dell'olio e dalle sue mille sfaccettature. Ora è tempo di conquistarli, definitivamente, in cucina
16 novembre 2018 | Fausto Borella
Mentre tra le mura di casa, cerchiamo di capire che annata si prospetti nel 2018, tra assaggi di olio, olive non maturate completamente, o con attacchi di mosca, in Azerbaijan si celebra l’olio Evo italiano di estrema qualità.
Grazie alle celebrazioni per la settimana della cucina italiana nel mondo, che si terranno dal 20 al 27 novembre prossimo, tornerò a Baku per presentare tre serate in cui l’olio extravergine artigianale, sarà il protagonista. L’ambasciatore italiano a Baku Augusto Massari è un uomo, dinamico, colto e pronto a ogni sfida, pur di far conoscere in vero made in Italy, in Paesi lontani dalla nostra solita direttrice territoriale Europea. Nella residenza dell’Ambasciata nelle serate di mercoledì e giovedì verranno presentate le prime due serate per un numero ristretto di ospiti. Gli oli scelti dall’Accademia Maestrod’olio saranno sei. Il venerdì 23 novembre al Four Season della capitale Azera, il resident chef toscano Luca Casini, preparerà per 100 ospiti selezionati, una soirée a base di funghi, parmigiano a vacche rosse, tartufo nero e manzo. In questa serata saranno dodici le aziende che potranno presentare le monocultivar e i blend del loro raccolto. Dunque la sfida continua, dopo aver fatto la prima incursione ad aprile, durante il Gran Premio di Formula 1, torno più deciso e convinto che mai che in questi Paesi così emergenti, che la popolazione sia pronta a comprendere l’olio Evo grazie a un approccio più raffinato e colto. Non nascondo che la prima volta che ho fatto assaggiare il Moraiolo in purezza dell’Umbria, o il Raggiolo del Senese, o la Coratina della Puglia, alcuni commensali, abituati al burro salato e non dei loro antipasti, ho riscontrato facce affaticate per una degustazione estremamente complessa. Adesso però sono loro che richiedono una più approfondita selezione di oli perché non solo hanno capito che è buono e diventa un protagonista l’olio, ma che fa bene, e diventa, proprio sotto Natale, un regalo alla moda.
Suppongo sempre nella mia immaginazione, quando scrivo i miei appelli, di parlare e di essere letto da una stretta cerchia di appassionati degustatori e produttori di olio. I curiosi che mi sfogliano, cercano di capire se l’olio di cui parlo è diverso da quello che conoscono. Oramai non entro quasi più in polemica con chi sceglie di vendere un olio da 5 € al litro, e soprattutto chi decide di acquistarlo. Io, insieme a tanti altri comunicatori onesti e indomiti, parliamo prima che al cuore, al cervello di quel commensale, che è pronto ad avere una scossa, abbinando un olio a una pietanza durante la pausa pranzo. In questa nazione al confine col Mar Caspio, la cucina è molto simile a quella Mediterranea e quindi hanno un estremo bisogno di avere olio extravergine ovviamente con caratteristiche sensoriali pulite e persistenti. E’ una grande opportunità per noi, per dimostrare a questi signori, che il nostro olio ha un valore nutrizionale e gustativo più idoneo per le loro necessità, rispetto a un olio spagnolo o nord africano.
Sono sicuro che tornerò ancora più soddisfatto e sono convinto che passo dopo passo, si convinceranno a utilizzare l’olio italiano delle nostre fattorie e frantoi, nonostante abbiamo un prezzo più importante degli altri oli venduti sotto costo. Per far questo il produttore si deve allineare con le richieste che vengono inviate dagli interessati; etichette chiare e identificative di dove siamo e quale olio stiamo per usare. Packaging brillante e convincente. E per ultimo, una descrizione offline e online dell’azienda per dimostrare che tutto quello che stanno assaggiando, lo posso rivivere, andando a fare una vacanza in tutte le regioni italiane in cui si produce il vero olio.
E’ una sfida intrigante e appena mi è stata riproposta l’ho afferrata al volo. Sono convinto, come dice il proverbio, che non ci sarà due senza tre.
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