Italia

Sardegna e Slovenia sbancano Olio Capitale

La XII edizione si è focalizzata sul binomio olio di oliva-scienza come soluzione per affrontare le nuove sfide dell’agricoltura: siccità, attacchi della mosca, alluvioni stanno mettendo a dura prova l’olivicoltura mediterranea

06 marzo 2018 | C. S.

La dodicesima edizione di Olio Capitale si è aperta premiando la qualità. Il Salone degli extravergini tipici che si svolgerà fino a martedì 6 marzo nella Stazione Marittima di Trieste, grazie all’organizzazione di Aries – Azienda Speciale della Camera di Commercio Venezia Giulia e la collaborazione dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, quest’anno ha scelto di iniziare con la proclamazione dei vincitori del suo Concorso.

I vincitori del Concorso
Ed è la Sardegna a far man bassa di premi: il “Fruttato Fois” dell’”Accademia Olearia” si è aggiudicato il premio per il miglior fruttato leggero, ma è “Luna nera di Oliena” dell’Azienda Agricola Sebastiano Fadda il vero mattatore che oltre al premio per il miglior fruttato medio si è aggiudicato anche la menzione speciale della Giuria Ristoratori, quella della Giuria Popolare e per finire la Menzione Ex Albis Ulivis.

Va, invece, oltreconfine, alla Slovenia, all’“Olio extravergine d’oliva Itrana” dell’azienda “Vanja Dujc” di Capodistria –Koper il premio per il miglior fruttato intenso. Il pugliese “Mimì Coratina” dell’Azienda Agricola Donato Conserva guadagna il favore della Giuria degli Assaggiatori, vincendo la loro menzione, mentre al laziale “Colle Giglio” dell’Azienda Agricola Federico Marocca va la nuova menzione “Young” e per finire “Le Creve Garda DOP” dell’azienda “Le Creve di Paolo Forelli” si aggiudica la “menzione Credit-Agricole-Friuladria” per il migliore evo del Nordest.

L’inagurazione di Olio Capitale
“L’Italia dell’extravergine deve puntare sull’eccellenza. È sulla qualità che bisogna insistere perché noi non potremo mai essere competitivi sulle grandi quantità. I buyer esteri che anche quest’anno abbiamo invitato a Olio Capitale vogliono comprare da noi l’eccellenza italiana” sottolinea Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia.

Ed è proprio questa la carta vincente della manifestazione: “Olio Capitale è l’appuntamento di riferimento dell’extravergine d’oliva italiano. In questi suoi dodici anni di storia, a cui abbiamo partecipato come Associazione Nazionale Città dell’Olio, anche il mercato è evoluto, ma questa fiera è rimasta ed è cresciuta” spiega Enrico Lupi, presidente dell’Associazione. “Chi l’avrebbe mai detto, dodici anni fa, che Trieste, con la sua produzione olearia di nicchia, sarebbe riuscita a diventare un punto di riferimento per tutta l’olivicoltura nazionale grazie a questa bellissima manifestazione. Una scommessa vinta” aggiunge Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste.

Proprio in ragione del suo impegno nella valorizzazione della qualità e delle produzioni locali si spiega la sponsorizzazione di Despar: “I mini-corsi d’assaggio organizzati la scorsa settimana hanno avuto un ritorno inaspettato, tale da non poter accogliere tutte le richieste di partecipazione – nota Tiziana Pituelli, Responsabile marketing Despar Friuli Venezia Giulia -. Un importante segnale che ci spingerà a investire ancora sulla valorizzazione dell’extravergine”. Le fa eco Emanuela Bagatin, Direttrice territoriale di Crédit Agricole-FriulAdria: “Il nostro obiettivo è valorizzare il territorio: ecco perché abbiamo voluto fortemente una menzione speciale del Concorso per il miglior olio del nostro territorio”.

Il convegno inaugurale olio + scienza
La crescita di Olio Capitale è andata di pari passo all’evoluzione del proprio format. Ecco perché nel convegno inaugurale organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città dell’Olio sono stati affrontati argomenti che impattano fortemente sulla vita del coltivatore, come i cambiamenti climatici, da una prospettiva scientifica, pensando già a ESOF2020 e Trieste città della Scienza.

La scienza, quindi, come soluzione per affrontare le nuove sfide dell’agricoltura: siccità, attacchi della mosca, alluvioni stanno mettendo a dura prova l’olivicoltura mediterranea. “Il problema è intervenire sulle cause che determinano i cambi climatici, ma visto che non si ha la potestà di farlo, bisogna pensare come nel breve periodo è possibile fronteggiarli – nota il giornalista Carlo Cambi -. Ed è qui che entra in campo la ricerca, per esempio sulle cultivar e il loro genoma”. “PTP Science Park è una piattaforma genomica, un centro di ricerca e servizi per il settore agroalimentare – spiega Pamela Abbruscato responsabile di PTP Science Park – Lavoriamo sul DNA controllato con una metodica sul finger print del DNA che può aiutare a diffondere la mentalità della qualità e della garanzia”.

 

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