Italia

IL CORPO FORESTALE DELLO STATO A CACCIA DI PASCOLI MILIONARI

Smantellata un’associazione a delinquere finalizzata alle frodi nel settore degli aiuti alla zootecnia che in un biennio ha percepito 4.500.000 euro di finanziamenti illeciti. La banda operava in tutta Italia, dal Trentino alla Campania

22 aprile 2006 | C. S.

300 uomini del Corpo Forestale dello Stato del Veneto, Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio e Campania, coordinati dal Nucleo Investigativo Centrale di Roma, sono impegnati da questa mattina in un’operazione a carattere nazionale per il contrasto delle frodi in danno dello Stato e della Comunità Europea nel settore degli aiuti al comparto zootecnico.
L’operazione, condotta in sei regioni (Veneto, Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Trentino Alto-Adige), prevede l’esecuzione di 26 arresti (dodici in carcere, 14 domiciliari) e 1 obbligo di dimora, oltre a 52 perquisizioni, 18 sequestri documentali e 19 sequestri di conti correnti bancari.
Su richiesta del Pubblico Ministero Dott.ssa Giulia Labia, il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Verona Dott. Marzio Bruno Guidorizzi ha contestato i seguenti reati: Associazione a delinquere (art. 416 c.p.); concorso formale e reato continuato di truffa aggravata ai danni del Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia (CE) (art. 61 co. 7, 81, 110, 640 bis c.p); concorso formale in tentata truffa aggravata ai danni del Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia (CE) (art. 56, 110, 640 bis c.p); falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.).
Allo stato attuale circa 60 persone risultano coinvolte nella frode, ma i Forestali stanno vagliando la posizione di altri soggetti.
L’operazione odierna avviene al termine di un complesso lavoro investigativo durato 15 mesi che ha permesso ai Forestali di sgominare un’associazione a delinquere che nei soli anni 2003/2004 ha indebitamente percepito contributi dallo Stato e dalla Comunità Europea per circa 4.500.000 euro.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Verona, trae origine da irregolarità emerse durante un controllo su una richiesta di aiuti che la Comunità Europea eroga al settore zootecnico, avanzata da un’azienda agricola veronese. In particolare è risultata falsa la “dichiarazione di disponibilità di terreni”, documento che permette di calcolare il rapporto bestiame/pascolo previsto dalla normativa vigente, e che determina l’ammontare dei finanziamenti comunitari e statali erogabili. I terreni ubicati in Abruzzo, dichiarati come “disponibili” dall’azienda, in realtà esistevano solo sulla carta, infatti i diritti di godimento erano parziali e in alcuni casi inesistenti.
Le verifiche si sono a quel punto concentrate sulle attività della cooperativa abruzzese A.BI.CA – facente capo a una nota famiglia trentina di allevatori e importatori di bestiame – concessionaria dei terreni sublocati all’azienda veronese.
Anche qui palesi irregolarità simili a quelle già riscontrate in Veneto, e in più il sospetto di trovarsi di fronte ad struttura organizzata, un’associazione a delinquere. I terreni in uso alla cooperativa venivano, infatti, sublocati a più aziende tutte riconducibile all’A.BI.CA., così da moltiplicare in modo esponenziale le richieste di finanziamenti pubblici.
Successive 3.600 ore di intercettazioni, hanno permesso ai forestali di completare il quadro e di confermare l’ipotesi investigativa. L’A.BI.CA aveva la funzione di “contenitore” di aziende sublocatarie di terreni, anche demaniali, e accoglieva, in qualità di soci, aziende che avevano “bisogno” di terreni per richiedere in modo illecito contribuzioni comunitarie. L’analisi dei contratti e delle delibere di assegnazione dei pascoli stipulati dall’A.BI.CA e la contestuale acquisizione delle istanze presentate agli organismi pagatori dalle ditte sublocatarie dei terreni, hanno consentito di accertare innumerevoli truffe, tra mancate e riuscite, nel triennio 2003/2005, tutte legate dal comune denominatore della dichiarazione di pascoli molto più estesi di quelli realmente disponibili, utilizzando tecniche criminose precise e ricorrenti.
Ugo Mereu, Direttore della Divisione di Polizia Ambientale del Corpo Forestale dello Stato, così commenta. “Le truffe in danno dello Stato e della Comunità Europea sono un fenomeno silenzioso, strisciante, che non solleva polvere. Che soprattutto determina uno scarso allarme sociale, perché in apparenza toccano tutti e nessuno. Insomma crimini impersonali, dai meccanismi oliati e poco rumorosi, azionati non da criminali comuni, ma da professionisti in giacca e cravatta. In realtà assistiamo a truffe diffuse che hanno un peso economico enorme sugli enti pubblici e che sono in grado di alterare gli equilibri di mercato, e di minare la fiducia di chi fa impresa in modo leale e corretto. L’inchiesta condotta dalla Forestale non è ancora conclusa e potrebbe essere la punta di un iceberg. Stiamo ancora valutando richieste di contributi per centinaia di migliaia di euro”.

Fonte: Corpo Forestale dello Stato

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