Italia
Ferrero: l'uomo che ha creato un modello di brand globale
Nulla lasciato al caso. Dalla Nutella all'uovo di Pasqua tutti i giorni: Kinder Sorpresa. Un modello di industria agroalimentare che “gioca” sui prodotti ma non “scherza” con le persone
20 febbraio 2015 | Gigi Mozzi
Buongiorno signor Michele,
l’altro giorno sono venuto a salutarla ad Alba.
Ero sulla piazza, in prima fila in mezzo a tanti operai: alcuni, come me, diversamente giovani parlavano e dicevano che, come una volta, non ce n’è più, altri più giovani, attenti e silenziosi.
Le farà certo piacere sapere che suo figlio è stato veramente bravo e mi ha dato la sensazione di una persona, diversa da Lei, ma altrettanto forte e determinata.
Non so sui prodotti come se la cava ma, se il gruppo che Lei gli ha preparato lo aiuterà, allora ne vedremo ancora delle belle.
Buongiorno signor Michele,
mi sono ricordato la prima volta, era il 72 quando, dopo avere creato un’Agenzia Creativa, un Servizio di Packaging interni e avere dato il via ad un reparto di Ricerche sui consumatori, bello e grosso, Lei aveva previsto anche un Reparto Media Internazionale: eccolo lì il Mozzi.
Alcuni decenni dopo hanno fatto la stessa cosa molte multinazionali.
Ma dai !
Buongiorno signor Michele,
poco dopo il mio ingresso a Pino, sono stato invitato ad Alba, per partecipare agli assaggi dei nuovi prodotti: senza sapere che era il primo di una serie di gradini straordinari, con cui Lei preparava i test dei prodotti verso i consumatori.
Fino ad arrivare a creare, all’interno di ogni Azienda Ferrero, un’Azienda dedicata ai nuovi prodotti per poter condurre esperimenti diretti in tutte le aree.
Al tempo, non risultano imitatori.
Buongiorno signor Michele,
grazie per avermi coinvolto in uno dei passaggi organizzativi (che sembravano quasi casuali ed erano, invece, programmi millimetrati), da cui ho imparato la lezione della “matrice”: il gioco degli scacchi dell’organizzazione che, un po’ alla volta, sono diventati la regola del mondo industriale e commerciale.
Ancora una volta.
Buongiorno signor Michele,
ho imparato, dopo, il segreto dei segreti: Lei non aveva solo l’idea dei prodotti, Lei ha aperto mercati, che non c’erano o che erano diversi da come li ha fatti diventare.
Ci sono poche persone, al mondo, che hanno fatto altrettanto, forse due o tre (più due che tre).
Come Lei può immaginare, io ci ho lavorato sopra e ho costruito un modellino che le sarebbe certamente piaciuto: un giorno o l’altro ne parliamo.
Buongiorno signor Michele,
certo quelli che sono venuti dopo sono stati proprio bravi, ma io rimango convinto che gli anni settanta, dall’inizio alla fine, sono stai quelli che hanno seminato tutti i lieviti dello sviluppo. Nutella che lasciava i bicchieri (italiani) per diventare una brand (mondiale), la grande famiglia Kinder, con il ragazzo più bravo di tutti, Kinder Sorpresa,
l’arrivo difficile ma dirompente di Estathè, quello della cannuccia, che ci aveva spaventati, l’esplosione di Tic Tac nei Paesi nuovi per l’Azienda, la preparazione di Ferrero Rocher a continuare l’epopea delle praline.
Solo perché c’ero anch’io.
Buongiorno signor Michele,
ho imparato anche un’altra lezione (ma forse erano tre), quando mi ha mandato in Olanda perché il mercato del cioccolato era più difficile e le vendite Ferrero non erano quelle attese: quando mi ha chiesto come andava e io, a dirle che ce l’avevamo messa tutta ma che i risultati erano scarsi, e a misurarli veniva fuori solo un millimetro. E Lei “bravi, proprio bravi, il primo millimetro è il più difficile, il resto viene da solo”.
In Cina, che la sanno lunga, ci hanno fatto teorie e costruito miti.
Buongiorno signor Michele,
forse ho messo sui libri più tempo di quello che Lei avrebbe voluto:
ma il titolo di studio a cui tengo di più è quello che mi ha dato lei, un giorno, quando ha detto
“laureato in marketing”.
È il mestiere più difficile e, per questo, il più affascinante.
Buongiorno signor Michele,
dopo, ho fatto solo ripassi: quello che ho imparato è lì, tra Pino, Alba e Bruxelles.
Ed è stato un grande piacere personale e professionale ogni tanto negli anni successivi, arrivare a Pino e fare i miei lavori con le nuove leve.
L’ultima è stata quando lei ha detto che Nutella avrebbe potuto diventare una sana abitudine quotidiana.
Ce l’hanno fatta.
Buongiorno signor Michele.
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