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NUOVE DOP PER GLI EXTRA VERGINI. E' LA VOLTA DELLA SARDEGNA

Cresce il numero delle denominazioni di origine protetta nel nostro Paese. Ora le eccellenti produzioni oliandole dell'isola possono finalmente uscire dall'indifferenziazione ed essere tutelate meglio. Il riconoscimento dei prodotti agroalimentari a livello comunitario favorisce un percorso verso una qualità più definita e certa

24 settembre 2005 | Marco Rossi

E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione della Denominazione di origine protetta per l’Olio extravergine di oliva "Sardegna".
Si conclude così positivamente l’istruttoria comunitaria, e a far data da 13 settembre 2005 si calcolano i sei mesi di tempo entro i quali possono essere depositate eventuali dichiarazioni di opposizione da parte degli altri Stati membri.

Decorsi sei mesi senza ricorsi e opposizioni, la denominazione viene registrata nell’apposito Albo.
L’assessore dell’Agricoltura Franco Foddis, ha comunicato con soddisfazione la notizia alla giunta regionale: "Con il riconoscimento della Dop, la cui istanza era stata presentata da otto associazioni regionali e provinciali, la produzione di olio extra vergine di oliva esce dall’anonimato; attraverso l’uso del marchio di origine le nostre specificità sono riconosciute e garantite, si forniscono ai consumatori informazioni chiare e veritiere sull’origine del prodotto e sulle metodologie di produzione, permettendo di rinsaldare il legame dei produttori con il loro territorio e rafforzando, al contempo, il tessuto rurale".

Le denominazioni di origine sono costituite da nomi geografici utilizzati per designare i prodotti le cui caratteristiche qualitative sono prevalentemente legate ai fattori naturali e umani della località di provenienza. Il prodotto così denominato è il risultato delle caratteristiche proprie di quell’area geografica. Nel caso della Dop, marchio per eccellenza, il legame fra il prodotto e il territorio di produzione è strettissimo, devono quindi sussistere due condizioni: tutte le fasi di produzione, dalla produzione delle materie prime, trasformazione e confezionamento, devono avvenire nella stessa zona di produzione; la qualità e le caratteristiche del prodotto dipendono essenzialmente ed esclusivamente dall’ambiente geografico del luogo d’origine, (fattori naturali, umani, clima, qualità del suolo, conoscenze tecniche locali).

Il presupposto per il riconoscimento dei marchi d’origine è l’accordo fra i produttori su un medesimo disciplinare di produzione che definisce le regole per l’ottenimento del prodotto che si può fregiare del marchio ed è il documento sul quale verrà esercitato il controllo da parte di un organismo terzo imparziale e indipendente di certificazione.

Ha affermato inoltre l’Assessore che "l’adozione di una politica di qualità circa le caratteristiche qualitative del prodotto e le sue specificità, va a diretto vantaggio sia dei produttori che differenziano i propri prodotti dai concorrenti e ottengono un vantaggio competitivo, in termini di nuovi sbocchi di mercato, sia per i consumatori ai quali si garantiscono determinati standard qualitativi. I produttori possono proteggere i loro prodotti da abusi e usurpazioni in quanto il marchio attribuisce un diritto esclusivo di utilizzazione della denominazione di origine".

Si tratta di un diritto di proprietà industriale e di questo beneficiano non solo i produttori che hanno presentato l’istanza, ma tutti produttori che ricadono nella zona di produzione individuata e che rispettano le regole del disciplinare di produzione.

Oltre allo Zafferano di Sardegna Dop e al Pomodorino di Sardegna Igp, per i quali è in fase di conclusione l’istruttoria ministeriale, l’Assessorato dell’Agricoltura è impegnato nell’attività di valorizzazione e tutela dei prodotti “bandiera” per la Sardegna, quali la bottarga, il pane carasau, il carciofo spinoso, il porchetto e il mirto che, insieme ai formaggi pecorini, garantiscono il livello più alto di distintività dei prodotti agroalimentari di eccellenza della Sardegna. L’Assessorato considera strategico il riconoscimento di questi prodotti a livello comunitario, tramite le Dop/Igp, garantendo un livello dei relativi disciplinari di produzione di altissimo profilo qualitativo.

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