Italia

Confagricoltura chiede politiche di sviluppo tarate sulle imprese

03 giugno 2013 | C. S.

«È il momento di parlare di crescita tarando le misure sulle aziende creando cioè condizioni favorevoli all’attività imprenditoriale . Solo se ci saranno uno Stato virtuoso e sburocratizzato, che non spreca ed agevola l’economia, banche solide ed efficienti, imprese in grado di innovare, competere e crescere, si potrà mettere finalmente in moto la ripresa». Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi nel corso dell’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Con lui il presidente dei Giovani Agricoltori di Confagricoltura Raffaele Maiorano.

Il presidente di Confagricoltura si è soffermato in particolare su alcuni temi fondamentali: pressione fiscale, semplificazione, misure per il credito ed il lavoro, internazionalizzazione, green economy, digital divide nelle aree rurali, riforma della politica agricola comune. Ha poi consegnato il documento di Agrinsieme (che ricomprende anche Cia e Alleanza delle Cooperative) sulle politiche di sviluppo, evidenziando come ci sia una visione comune sulla crescita.

Guidi ha esordito con un plauso alla decisione del governo di sospendere il pagamento dell’Imu per i terreni ed i fabbricati rurali. «Da sempre la mia Organizzazione è impegnata a contrastare una imposizione iniqua perché tassa i beni strumentali, attende ora la sua abolizione».

«Anche la progressiva riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese è di assoluta priorità – ha ricordato -. Gli imprenditori hanno bisogno di dedicare più tempo all’attività aziendale e meno agli adempimenti burocratici, con conseguente affrancamento da difficoltà e vincoli che ritardano l’operatività».

«Bisogna poi favorire l’accesso al credito, premiando le aziende che, attraverso politiche progettuali incentrate sull’innovazione, sull’aggregazione produttiva, sul marketing accrescono la competitività». Ha ricordato l’esigenza di misure dirette a favorire l’export ed il consolidamento sui mercati esteri, ancor più oggi in cui si registra una stagnazione dei consumi interni.

Per quanto riguarda la green economy, Guidi ha ricordato come le agroenergie siano strategiche sia per il rilancio dell’economia aziendale, sempre più multifunzionale, sia per il Paese che ha bisogno di fonti energetiche alternative. Tutto ciò, naturalmente, con equilibrio senza compromettere la produzione a fini alimentari, ma utilizzando appieno i sottoprodotti e gli scarti (con beneficio pure per l’ambiente).

A proposito dei Triloghi in atto a Bruxelles per la riforma della politica agricola comune, la richiesta di Guidi è di un impegno determinato di tutto il governo perché vengano salvaguardate «produzioni importanti per la nostra agricoltura come olivicoltura, latte, pomodori, tabacchi, evitando tagli ulteriori che farebbero aumentare la dipendenza dai mercati globali. Se l’agricoltura serve all’Europa vanno poste in essere politiche per il rafforzamento e non per l’ arretramento».

«Bisogna puntare sul lavoro per far ripartire l’economia – ha detto il presidente di Confagricoltura -. Dalle campagne giunge un messaggio preciso al Paese, bisogna garantire un futuro, specialmente alle nuove generazioni. Tra le nostre proposte quella delle assunzioni di gruppo per reti d’impresa, gruppi economici, pool di aziende».

Tra le sollecitazioni del presidente dei Giovani di Confagricoltura (Anga) Raffaele Maiorano l’istituzione di un programma d’intervento scolastico, in accordo con il ministero della Pubblica Istruzione, per la transazione scuola-lavoro e post-scuola oltre a politiche finalizzate all’alternanza studio-lavoro (ovvero esperienze pratiche in azienda connesse alla didattica). «L’Italia – ha commentato - è uno dei pochi Paesi dell’Unione europea che non prevede tali pratiche, che dovrebbero essere propedeutiche per la scelta del percorso universitario e per l’inserimento in un settore professionalizzato come è quello dell’agricoltura odierna».

Tra le proposte dell’Anga quella di ricostituire l’osservatorio permanente sui giovani agricoltori. «Non si fa spending review – ha concluso Maiorano - tagliando il ponte di collegamento tra Mipaaf e politiche agricole. Non è di questo tipo di risparmio che ha bisogno il Paese e l’agricoltura».

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