Italia

Un litro di benzina vale tre chilogrammi di pasta. Possibile?

28 agosto 2012 | C S

Non si ferma la corsa dei prezzi dei carburanti. Con il nuovo record toccato questa mattina, ormai il prezzo di un litro di benzina alla pompa ha ampiamente doppiato quello di un litro di latte a lunga conservazione venduto in un qualsiasi supermercato del Paese. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

L’ennesimo rialzo ai distributori -spiega la Cia- ha portato un litro di benzina a salire oggi fino a punte massime di 2,019 euro: vuol dire due volte il prezzo medio al consumo di un litro di latte UHT (80 centesimi) e addirittura quasi sei volte di più il prezzo alla stalla pagato agli agricoltori (35 centesimi al litro).

Ma i raffronti con i prodotti agroalimentari si sprecano: con il massimo raggiunto oggi, un litro di benzina arriva a costare quasi quanto tre pacchi di pasta (0,70 euro) e l’equivalente di dieci uova (1,25 euro la confezione da sei) e supera abbondantemente anche il costo medio di un chilo di pomodori rossi a grappolo (1,80 euro al kg).

Si tratta di paragoni che rendono ancora più evidente lo scombussolamento della spesa degli italiani a causa del “caro-benzina”. Oltre al capitolo “trasporti” infatti -ricorda la Cia- a lievitare è il budget dei prodotti alimentari, che viaggiano lungo la filiera nel 90 per cento dei casi su strada. Finora l’aggravio sulla busta della spesa ha già superato le 20 euro al mese a famiglia, considerando che il costo del trasporto incide sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari per il 35-40 per cento.

Non solo per i consumatori, anche per gli imprenditori agricoli è una spesa non più sostenibile: il prezzo del gasolio agricolo è passato da 0,49 euro al litro di gennaio 2010 agli attuali 1,10 euro al litro, con un incremento record del 125 per cento nel giro di due anni e mezzo. La conseguenza più diretta è che le aziende cercano di “tagliare” dove possibile: nei primi sei mesi del 2012 -evidenzia la Cia- il consumo di gasolio agricolo è crollato del 3,8 per cento tendenziale, nonostante proprio il carburante sia essenziale per l’alimentazione delle macchine agricole, per l’approvvigionamento dell’acqua e per l’irrigazione dei terreni.

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