Italia
Neve e gelo “tagliano” del 40 % le consegne di prodotti freschi
12 febbraio 2012 | C S
Il blocco dei mezzi pesanti, l’impercorribilità delle strade e le enormi difficoltà per raggiungere le aziende agricole hanno fatto crollare del 40 per cento le consegne dei prodotti alimentari freschi (frutta, verdura, carne, latte, latticini, uova) dalle campagne ai mercati all’ingrosso rispetto al quantitativo medio abituale. In poco meno di una settimana, oltre 200 mila tonnellate di merce deperibile sono andate perse o rimaste presso le strutture degli agricoltori. Un danno enorme che si aggiunge alla devastazione di un terzo delle coltivazioni di ortaggi (cavolfiori, radicchio, carciofi, indivia, cicoria), “bruciati” dal freddo polare, e ai numerosi danneggiamenti subiti dalle imprese (serre, cascine, stalle, magazzini, trattori, pompe idrauliche, meccanismi per la mungitura e per la distribuzione del mangime, gruppi elettrogeni). E’ quanto denuncia la Cia-Confederazione italiana agricoltori, fortemente preoccupata per la situazione in cui oggi versa l’agricoltura itali ana che ha subito conseguenze economiche catastrofiche per centinaia di milioni di euro.
Per questa ragione la Cia rinnova l’appello alle autorità competenti affinché si garantisca in via prioritaria il trasporto dalle nostre campagne dei prodotti agroalimentari. E’ importante far viaggiare in sicurezza i tir, in maniera da assicurare l’approvvigionamento di frutta, verdura, ortaggi, latte, formaggi, latticini, carne e uova in tutto il Paese. Se la situazione non torna al più presto alla normalità, sarà un disastro per l’intero sistema agricolo-alimentare nazionale. Già ora la filiera, dal campo al dettaglio, perde più di 50 milioni di euro al giorno.
La Cia ricorda che al momento risultato isolate cinquemila imprese a causa di neve e ghiaccio. E le zone più colpite sono in Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Nelle aziende agricole il gran freddo ha, inoltre, fatto lievitare i consumi del gasolio, con picchi del 30 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2011. E così i costi per i produttori crescono in maniera rilevante.
La Cia riafferma la richiesta per la dichiarazione dello stato di calamità, in modo da fronteggiare con interventi tempestivi i danni causati ai raccolti e alle aziende. Nello stesso tempo ribadisce l’esigenza del rinvio dei pagamenti fiscali e contributivi e dei mutui per i produttori agricoli colpiti dal maltempo.