Italia

Maltempo: le consegne degli alimentari freschi calano della metà

Pesanti le conseguenze sul settore primario dell’ondata di freddo polare: bolletta energetica alle stelle, produzioni orticole in pieno campo “ko”, caos viabilità

04 febbraio 2012 | C S

Il grande freddo che ha investito l’Italia, portando intense nevicate soprattutto al Centro-Nord, sta bloccando le consegne di prodotti deperibili, come frutta, verdura, carne, latte e formaggi. Le cattive condizioni del fondo stradale hanno rallentato fortemente la circolazione dei tir, con la conseguenza che la distribuzione di alimentari freschi agli stabilimenti e ai punti vendita della Gdo è diminuita della metà rispetto al quantitativo medio abituale, che si attesta sulle 50 mila tonnellate al giorno in tutto il Paese. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

L’ondata di gelo siberiano ha reso impraticabili molte strade rurali e interpoderali, soprattutto in collina e nelle zone montane, rendendo quasi impossibili non soltanto gli spostamenti di merci dalle imprese agricole, ma anche gli stessi approvvigionamenti aziendali, prima di tutto quelli mangimistici -continua la Cia-. Ora il freddo polare sta arrivando anche al Sud, dove si concentra il 70 per cento del valore commerciale della produzione ortofrutticola, e si teme un nuovo “caos viabilità”. Con effetti diretti sia sui campi che sugli scaffali dei supermercati, dove i prezzi alimentari ancora risentono delle speculazioni provocate dallo sciopero degli autotrasportatori.

Per gli agricoltori è un’altra batosta, che sta costando al settore già decine di milioni di euro. Perché oltre alla “crisi di rifornimento”, con le temperature siberiane esplodono le spese aziendali per il riscaldamento delle serre (+15 per cento); le produzioni orticole in campo aperto vanno in “tilt” con il pericolo di congelamento e blocco della crescita e -conclude la Cia- al di sotto dei -2° di temperatura media giornaliera cala fino al 20 per cento la resa produttiva degli animali da latte.