Italia

Il gioco delle scatole cinesi made in Unaprol e Coldiretti

Ogni due anni una nuova società per promuovere l'olio d'oliva italiano. L'IOO%, nato nel 2009, non basta più. Ecco sorgere la "Filiera olivicola italiana" che certamente pescherà abbondantemente nel pozzo dei finanziamenti pubblici della Pac 2013-2015

02 luglio 2011 | Alberto Grimelli

Costituita a Roma la società 'Filiera olivicola italiana'. Ne fanno parte Unaprol, Unapol, Cai, Consorzi agrari italiani e 15 realtà imprenditoriali singole e associate rappresentative della produzione del made in Italy.

Scopo della società è quello di valorizzare le produzioni nazionali del settore olivicolo attraverso la predisposizione, partecipazione e realizzazione di iniziative industriali, commerciali e di servizio nell’ambito della filiera agro-alimentare, finalizzate all’attuazione della filiera agricola italiana.

Nella sua mission non solo l’extra vergine, ma anche l’olio di oliva e le olive da tavola, inclusi i relativi derivati e sottoprodotti, anche per finalità di produzione energetica.

Leggo il comunicato e resto perplesso. Già, perchè mi ricorda qualcosa. Pesco da quel pozzo della memoria che è l'archivio di Teatro Naturale e scopro che:

Unaprol, forte dell’esperienza del programma europeo sulla tracciabilità (400 filiere tracciate), ha lanciato in occasione del Sol di Verona un nuovo progetto: IOO% Italian Olive Oil. Un nuovo marchio che verrà gestito da un’omonima società consortile costituita da Unaprol, Aifo, assaggiatori, imprese di confezionamento, cooperative, associazioni olivicole e GDO. La società – si legge in un comunicato – promuoverà in Italia e all’estero la produzione di alta qualità che risponderà ad uno specifico disciplinare, comunicherà al consumatore mondiale che esiste un marchio che tutela l’origine e l’alta qualità del prodotto acquistato, gestirà il marchio IOO%, realizzerà campagne di informazione sul consumo di extra vergine d’oliva d’alta qualità in Italia e all’estero. (TN 15, anno 7, 11 aprile 2009)

Domanda. Quale la differenza tra la nuova società Filiera olivicola italiana e la "vecchia" IOO%, società consortile che ci risulta assolutamente attiva anche se poco vitale?

Due le differenze riscontrate:

- la nuova società ha un oggetto sociale un po' più ampio

- nella nuova società tutte le componenti non di stretta fede coldirettiana sono state escluse

Premesso che l'oggetto sociale di qualsiasi società è modificabile, perchè crearne una nuova? Ma semplicemente per escludere una parte dei partecipanti della società consortile IOO% da finanziamenti pubblici che andranno così direttamente nelle casse di Coldiretti e dintorni. Perchè dividere la torta se può essere tutta accaparrata dai soliti noti? Esagerato? Prevenuto?

Facciamo un passo indietro.

Partita aperta sui 108 milioni di euro per l'olivicoltura italiana nel triennio 2013-15

Questa è la torta che dovrà essere spartita tra il mondo associazionistico e i vari soggetti che compongono, a vario titolo, la filiera olivicolo olearia italiana. Ci sarà anche, evidentemente, la nuova Filiera olivicola italiana, ne siamo certissimi, che così incasserà fondi pubblici che andranno a sommarsi a quelli che l'Unaprol, di per sè, riuscirà a ragranellare e a quelli che incasserà anche l'IOO%, in cui l'Unaprol, comunque è presente.

Ma che cos'è, esattamente, la società Filiera olivicola italiana? Leggiamo da un comunicato.

Si tratta di una cabina di regia costituita tra il mondo della produzione rappresentato da Unaprol e Unapol, e la nuova rete dei consorzi agrari d’Italia che fa capo a Coldiretti. L’obiettivo è quello di condividere un unico e grande progetto: la tutela, la promozione e la vendita in tutto il mondo del vero olio extra vergine di oliva I.O.O.% qualità italiana, all’interno di una più ampia ed articolata strategia commerciale della filiera agricola, tutta italiana. La nuova società potrà realizzare, acquistare, gestire impianti e stabilimenti per il raggiungimento dei propri scopi statutari. Svolgerà attività e presterà servizi di marketing, gestione dati, formazione, promozione e pubblicità, proiezione internazionale, indagini di mercato e studi di fattibilità. Promuoverà, organizzerà e parteciperà a programmi di ricerca, formazione, studi e sperimentazione.

Guarda i casi della vita.Unaprol vuole che buona parte di quei 108 milioni di euro vada destinata proprio a iniziative commerciali, promozionali e di marketing e cosa ti va a creare, a poco più di un anno dalla nuova Pac olivicola? Una società, tutta nuova, che può occuparsi proprio di queste cose, oltre che del possibile, lucrativo, mondo delle bioenergie.

Ecco a voi il gioco delle scatole cinesi in stile Coldiretti-Unaprol o se preferite una matrioska all'italiana.

Le multinazionali, al confronto, sono delle dilettanti.

 

 

 


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