Italia

Toscana: nuova disciplina per gli impianti fotovoltaici

18 marzo 2011 | T N

Produrre energia da fonti rinnovabili, tutelare le colture agricole di qualità e tutelare il paesaggio. La Toscana dice no, ed è un no convinto, ai parchi solari nelle campagne, e sceglie di difendere la risorsa paesaggio e le culture di pregio della regione. Una decisione, quella del Consiglio Regionale della Toscana arrivata dopo un lungo dibattito che si è concluso martedì pomeriggio, e dopo che la scorsa settimana, più precisamente l’8 marzo, le commissioni Agricoltura, Sviluppo economico e Territorio ambiente del Consiglio regionale avevano licenziato a maggioranza la proposta di legge che detta le disposizioni in materia di “installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”, promossa dai presidenti delle tre Commissioni Loris Rossetti, Caterina Bini e Vincenzo Ceccarelli. Un dibattito feroce che aveva scatenato, nell’attesa della discussione finale della legge, la caccia ai terreni agricoli dove poter installare impianti solari con tanto di avances delle aziende specializzate agli agricoltori per affittare i terreni. “La legge – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – va nella direzione che più volte abbiamo auspicato. E’ stato colmato un vuoto normativo imbarazzante che avrebbe rischiato di distruggere storia e magia della nostra Toscana. Con l’approvazione dell’aula della legge all’unanimità si mettono finalmente a tacere le polemiche, e i tentativi di sfruttare la mancanza di regolamenti chiari e definiti, decidendo con convinzione di premiare la risorsa paesaggio frutto di storia e lavoro di generazioni, e di un territorio speciale dal punto di vista ambientale. Abbiamo scongiurato un pericolo, quello dei mega impianti a terra, e arginato un fenomeno che poteva provocare effetti devastanti per l’immagine e per il patrimonio paesaggistico-ambientale toscano”.

A preoccupare la principale organizzazione agricola era la prospettiva di “cumulo” degli impianti che sarà vietata come richiesto. “La possibilità di cumulo – analizza Marcelli – era una chiaro escamotage per fomentare il business del fotovoltaico. Il divieto ora vale per tutti i tipi di impianti. Bene così. La politica regionale ha dato un segnale forte e chiaro. E lo ha fatto all’unanimità, proprio come era accaduto per la legge sugli agriturismi”.

Ora il pallino passa alle Province che avranno 90 giorni di tempo per presentare, sentiti i Comuni interessati, una proposta di perimetrazione di zone all’interno di “coni visivi e panoramici”, nonché di zone agricole di particolare pregio paesaggistico e culturale. In queste zone non saranno concessi permessi di installazione. Sempre entro novanta giorni, le Province potranno inoltre presentare proposte di modifica all’interno di aree non idonee all’installazione. A questo punto fanno riferimento anche le aree agricole Dop (origine protetta) e Igp (indicazione geografica protetta). “Vigileremo, attraverso i nostri uffici di zona e i nostri delegati, sulle proposte che singolarmente le province presenteranno entro i termini stabiliti. Per questo chiediamo ai governi locali di convocare le organizzazioni interessate ai tavoli per arrivare a questo processo in trasparenza e concertazione”.

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