Gastronomia

Gli insetti nella catena alimentare umana, con quali rischi?

Vi è un crescente interesse per i potenziali vantaggi derivanti dall’uso degli insetti per l’alimentazione umana e animale, ma quali sarebbero i rischi derivanti dalla produzione, trasformazione e consumo di questa fonte alternativa di proteine?

09 ottobre 2015 | C. S.

Gli insetti rappresentano un settore alimentare di nicchia nell’Unione europea, e parecchi Stati membri ne hanno segnalato un consumo umano occasionale. Tuttavia l'uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi ha, potenzialmente, importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare. Si segnalano come specie di insetti con maggior potenziale d’uso come alimento o mangime nell'Unione europea mosche, larve della farina, grilli e bachi da seta.

Alcuni enti - tra cui l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) - hanno studiato la possibilità di usare gli insetti come alimenti e mangimi, e tre Stati membri dell'UE - Belgio, Francia e Paesi Bassi - hanno eseguito valutazioni del rischio connesso agli insetti come alimenti o mangimi.

L'EFSA ha affrontato la questione tramite un profilo di rischio che individua i potenziali pericoli biologici e chimici, ma anche l’allergenicità e i pericoli ambientali connessi all’uso di insetti allevati come cibi e mangimi . Il parere scientifico mette anche a confronto tali potenziali pericoli con quelli associati alle usuali fonti di proteine animali.

L'eventuale presenza di pericoli biologici e chimici nei prodotti alimentari e nei mangimi derivati da insetti dipenderebbe dai metodi di produzione, da ciò con cui gli insetti vengono nutriti (il cosiddetto “substrato”), dalla fase nel ciclo di vita nella quale gli insetti vengono raccolti, dalle specie di insetti, nonché dai metodi utilizzati per la loro successiva trasformazione, affermano gli esperti scientifici dell'EFSA.

L’EFSA ha concluso che quando gli insetti non trasformati vengono nutriti con sostanze per mangimi attualmente autorizzate, la potenziale insorgenza di pericoli microbiologici è prevedibilmente simile a quella associata ad altre fonti di proteine non trasformate. Quanto al trasferimento di contaminanti chimici da diversi tipi di substrato agli insetti stessi i dati disponibili sono limitati.

Si suppone che la probabilità di comparsa di prioni - proteine abnormi che possono causare malattie come l'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) nel bestiame e la malattia di Creutzfeldt-Jakob nell'uomo – sia uguale o inferiore se il substrato non comprende proteine ricavate da deiezioni umane o di ruminanti.

Il parere scientifico prende in considerazione anche gli eventuali pericoli associati ad altri tipi di substrato, come i rifiuti di cucina e il letame.

Il rischio ambientale derivante dall’allevamento di insetti si prevede paragonabile a quello da altri sistemi di produzione animale. Andrebbero comunque applicate le attuali strategie di gestione dei rifiuti per smaltire le scorie derivanti dall’allevamento di insetti.

Il parere dell'EFSA si basa su dati desunti da letteratura scientifica rivista tra pari, su valutazioni effettuate dagli Stati membri e su informazioni fornite da parti interessate.

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