Economia
Piccole azioni e nuove strategie di marketing e di vendita per l'olio extra vergine di oliva
Un'annata come questa obbliga a ripensare anche alcune strategie di vendita dell'olio d'oliva, con piccole accortezze
15 dicembre 2023 | Piero Palanti
L'annata olivicola 2023-2024 è una delle più difficili degli ultimi anni, a causa della siccità e dei fattori climatici avversi. Questo ha portato a una produzione nazionale di olio di oliva inferiore del 37% rispetto alla media delle ultime cinque campagne, una annata strana, curiosa, molto in ritardo, che ha lasciato spaesati e confusi di fronte a tante sfide da affrontare.
Ancora è presto per capirla, dobbiamo tirare le somme, tanto dovrà succedere nei prossimi mesi.
Si potrebbe affermare che una così particolare stagione lascerà il segno, non solo negativo.
Questa situazione ha avuto un impatto importante sulle abitudini di molti componenti della filiera.
Posso affermare che nella mia “fetta” di mercato, cioè la consulenza e la formazione della ristorazione, vedo significativi cambiamenti.
I produttori si sono trovati a dover affrontare una situazione di forte incertezza, con una produzione ridotta e una domanda crescente. Questo ha causato un aumento dei prezzi e la paura del confronto con il mercato.
L’aumento dei prezzi nella GDO, dove si vende il 70% dell’olio consumato in Italia, ha portato il consumatore a pensare subito a una speculazione.
In realtà questa situazione ha creato una maggiore attenzione alla qualità dell'olio extravergine di oliva, con un aumento della domanda di prodotti di alta gamma.
Per la prima volta nella storia, i prezzi della GDO erano allineati alla produzione artigianale, occasione unica per conquistare fette di mercato.
Visti gli aumenti diffusi su tutti i prodotti, i ristoratori hanno accettato i rincari, molto spesso neanche esagerati e ragionando, hanno ottimizzato gli acquisti:
- Acquistando più bottiglie e avere più sconti, garantendo la continuità del prodotto.
- Firmando contratti per la fornitura di olio per le cucine di almeno 12 mesi con il prezzo bloccato.
Il tutto ha portato a un aumento delle vendite nel corto periodo, alla possibilità di pianificare il proprio magazzino e organizzarsi in modo più funzionale all’interno delle aziende.
Quest’anno ho visto molte aziende adattare i propri listini per colmare i punti deboli come il costo della spedizione. La voce “costi di spedizione” non piace mai a nessuno!
Quindi più olio prendi… meno paghi.
Aziende che per ovviare ai ritardi causati dai corrieri, hanno iniziato a fissare e pianificare gli appuntamenti per le consegne.
Il semplice gesto di numerare le scatole prima di spedire, 1/2, 2/2 facilita i controlli.
Inviare il track number al cliente evita malcontenti e telefonate varie.
Piccole azioni e nuove strategie di marketing e di vendita, che tengono conto di questi cambiamenti comportamentali dei clienti, semplificando le loro relazioni e rendendo più professionale e competitiva la filiera e che rappresentano un segnale positivo, che indica che la filiera olivicola è pronta ad affrontare le sfide future in un contesto di crescente incertezza climatica e di aumento dei costi produttivi.