Mondo Enoico

Pronti, via… stop. Il vino biologico non s’ha da fare?

Pareva questione di giorni per il via libero definitivo alla regolamentazione europea invece si è acceso lo scontro tra nord e sud. Il conflitto è tutto incentrato sulla quantità di solfiti. Ora la parola passa al Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura dell'Ue

22 maggio 2010 | Ernesto Vania

Nulla di fatto.

Il Comitato di regolamentazione dell'Ue ha affrontato, in una recente riunione, un nuovo acceso dibattito sul vino biologico.
I Paesi europei restano ancora molto divisi e non è stato possibile giungere ad un accordo.
Il nodo della discordia più importante, che ha creato la situazione di stallo, è sulla quantità di solfiti massima contenuta nel vino bio.

La Commissione europea aveva proposto 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi. Nel vino convenzionale attualmente vengono autorizzati 150 milligrammi per i rossi e 200 per i bianchi..

Una maggioranza di Stati membri si è, invece, allineata su un compromesso presentata da Parigi e Berlino che ha suggerito di autorizzare solfiti fino a 120 milligrammi il litro per i rossi e 170 per i bianchi e i rosè.

Il progetto di proposta della Commissione europea è quindi stato respinto dal Nord Europa. Oltre a Frncia e Germania anche Polonia, Austria, Olanda, Regno Unito, Svezia, Portogallo e forse Repubblica Ceca avrebbero avanzato la richiesta di elevare la quantità di solfiti per il vino bio.

Questi Paesi, carenti di sole, hanno bisogno dei solfiti (ossia dell'aggiunta di anidride solforosa che è un antiossidante) per stabilizzare il vino, oltre che dello zucchero per alzarne la gradazione alcolica.

La proposta della Commissione europea pone problemi non solo sulla presenza dei solfiti, ma anche sul trattamento termico per la produzione di succhi d'uva e ancora per alcune deroghe “in bianco” che alcuni Paesi vorrebbero ottenere nella produzione di vino biologico.

"Il rinvio deciso a Bruxelles sul regolamento per il vino biologico – ha dichiarato il Ministro Galan - dimostra che in Europa non c'era ancora l'unanimità di vedute sui parametri qualitativi del vino biologico, tra cui i solfiti. i Paesi europei del centro-nord non l'hanno ancora avuta vinta e questa proroga ci permette di sostenere le tesi italiane, che puntano su un vino biologico con caratteristiche qualitative ben distinte dal prodotto convenzionale. L'Italia infatti chiede in particolare di stabilire un contenuto inferiore di solfiti per non ingannare i consumatori quando scelgono di consumare 'bio'".

Il dossier passerà all'esame del Consiglio dei ministri dell'Agricoltura dell'Ue.