Mondo Enoico

Neanche l’Oiv si sbilancia più nel prevedere i consumi mondiali di vino

La superficie viticola decrescerà mentre la produzione vinicola resterà quasi identica a quella dell’anno precedente. Il livello mondiale di disponibilità in vini sarà modesto ma le necessità industriali diminuiscono

28 novembre 2009 | Ernesto Vania

Secondo le prime stime dell’OIV, la congiuntura vitivinicola mondiale nel 2009 continua a riflettere gli effetti della crisi economica mondiale.

Sul fronte delle vendite e degli scambi commerciali, due gli scenari possibili presi in considerazione:
- un primo considerando che, nonostante la crisi economica, l’evoluzione tendenziale all’aumento del consumo mondiale in volume non viene messa in causa
- un secondo considerando che l’anno 2009 esprimerà sul mercato vinicolo la depressione intravista alla fine del 2008 e che di conseguenza, soprattutto sotto l’effetto di una diminuzione del volume degli scambi, il livello di consumo, particolarmente dei paesi importatori più marcati dalla crisi, avrà un reflusso, portando così il livello di consumo 2009 ad iscriversi di nuovo in calo rispetto al livello provvisorio del 2008

Dalle parole di Federico Castellucci, Direttore Generale dell’OIV, nel corso della conferenza stampa del 26 novembre a Parigi, si intravede però a quale delle due opzioni si dia più credito.
“Salvo in caso di crescita del volume delle importazioni, il consumo vinicolo mondiale 2009 potrebbe, purtroppo, continuare il suo calo rispetto al 2008; questo calo sarebbe dovuto ad una diminuzione del volume degli scambi e del consumo dei paesi importatori, toccati dalla crisi”

Se i volumi venduti e i consumi sono incerti, anche perché le necessità industriali risultano in ulteriore calo 21,7 Mhl, contro i 22,9 Mhl dell’anno precedente è probabile che, al contrario di quanto avvenuto nel 2007/08 il trend dei prezzi sia destinato a scendere.





Tutto questo mentre l’OIV stima una produzione dei vini 2009 mondiale compresa tra 262,8 e 273,1 milioni d’hl (268,0 Miohl nel centro della forcella di stima).
L’evoluzione relativa 2009/2008 è dunque compresa tra -1,9 e +2,0%, e, quindi in media, quasi identica alla produzione vinificata del 2008 (livello provvisorio : 267,8 Mio d’hl).
Quest’evoluzione porta ad un livello mondiale di disponibilità in vini che si può definire modesta a causa della combinazione di un livello di produzione di nuovo debole e di stock di riporto che dovrebbero essere ancora modesti sul piano globale,

L’Unione europea a 27 registra, nel 2009, una leggerissima progressione dell’1% grazie ad une aumento delle produzioni francese, portoghese, rumena e bulgara ; mentre, i paesi tradizionalmente produttori (l’Italia, la Spagna e la Germania) segnano una diminuzione rispetto al 2008.
La produzione globale dei paesi dell’insieme “Emisfero sud / USA + Svizzera” è a sua volta in leggera diminuzione, dovuta ad un calo di produzione in Argentina, in Brasile ed in Australia, e ciò nonostante i risultati positivi registrati dagli Stati-Uniti, il Cile e la Svizzera.
Gli USA registrerebbero una produzione di vini 2009 in progresso abbastanza netto rispetto alla produzione piuttosto modesta del 2008 (20,6 Miohl esclusi succhi e mosti, contro 19,33 Miohl cioè : +6,6%). Il Cile e la Svizzera conoscerebbero nel 2009, relativemente al 2008, dei livelli di produzione di nuovo importanti (rispettivamente 8,8 e 1,1 Miohl, cioé +1,4 e +2,8%). Così pure per la Nuova-Zelanda.



In tale contesto anche la superficie viticola mondiale segna un leggero recesso nel 2009.
La diminuzione di circa 75 mha del vigneto comunitario in seguito all’attuazione della nuova OCM è all’origine di questo recesso: i più importanti paesi viticoli europei (la Spagna, l’Italia, la Francia e il Portogallo) hanno visto, durante l’anno 2009, una riduzione delle loro rispettive superfici viticole.
Anche il ritmo globale di crescita delle superfici piantate globalmente nell’emisfero sud e negli USA ha globalmente rallentato rispetto a ciò che era stato osservato verso l’anno 2000; e potrebbe addirittura globalmente diventare nullo tra il 2008 e il 2009.

“La crisi economica mondiale non ha risparmiato il settore vitivinicolo, particolarmente, il consumo di vino. Nel 2009 abbiamo avuto, da un lato una stagnazione della produzione, dall’altro lato un calo globale della domanda” ha concluso Federico Castellucci, Direttore Generale dell’OIV.

Potrebbero interessarti

Mondo Enoico

L'Italia è il più grande produttore mondiale di vino nel 2025

Il mercato mondiale del vino dovrebbe rimanere sostanzialmente equilibrato, poiché la crescita limitata della produzione contribuirà a stabilizzare le scorte in un contesto di indebolimento della domanda e di continue incertezze commerciali

14 novembre 2025 | 10:00

Mondo Enoico

Viticoltura hi-tech: il Politecnico crea vigneti virtuali per i trattori autonomi

Da uno studio pubblicato su AgriEngineering nuove metodologie per simulare e controllare in modo autonomo le operazioni nei vigneti, verso un’agricoltura più efficiente e sostenibile

13 novembre 2025 | 09:00

Mondo Enoico

Le riesportazioni globali di vino valgono circa 4,55 miliardi di euro

Per quanto riguarda Italia e Francia, che sono sia produttori, sia consumatori e soprattutto grandi esportatori di vino, l’Oiv considera e stima percentuali di riesportazione dell’8% (168 milioni di litri) e del 9,6% (133,5 milioni di litri) sui rispettivi volumi di vino esportati.

11 novembre 2025 | 13:00

Mondo Enoico

Vini a bassa gradazione e dealcolati: normative e applicazioni

L’effetto della genetica e della tecnica agronomica nella produzione di vini che nascono “light” già in vigneto, grazie all’utilizzo dei cloni di vite più adatti e con una gestione che contiene il grado zuccherino dell’uva

08 novembre 2025 | 14:00

Mondo Enoico

Dal Giappone un nuovo vitigno con un tocco selvaggio

Gli scienziati di Okayama hanno realizzato una nuova uva da vino, Muscat Shiragai, fondendo il vitigno selvatico Shiraga e il Moscato di Alessandria. Le prime degustazioni hanno rivelato un sapore dolce e morbido

05 novembre 2025 | 10:00

Mondo Enoico

Sempre più cantine investono sui wine lovers

Per il 18% delle imprese, l’attività di incoming genera oltre il 60% del profitto. Al centro delle strategie, la formazione professionale qualificata e la richiesta di una miglior gestione dei servizi pubblici

03 novembre 2025 | 13:00