Mondo Enoico 05/11/2021

La grappa ha ancora un futuro in Italia?

La grappa ha ancora un futuro in Italia?

Molti italiani affermano di aver diminuito il proprio consumo di grappa sia a causa della riduzione delle occasioni di socializzazione, sia a causa della chiusura di bar e ristoranti. A crescere sono stati gli acquisti online


La grappa un prodotto conviviale, per condividere momenti insieme ad amici e parenti. Questo è uno dei principali aspetti che i consumatori associano a questa bevanda dal sapore tutto italiano che, come altre bevande alcoliche, ha inevitabilmente subito l’impatto della pandemia nel 2020, soprattutto a causa della chiusura del canale Ho.Re.Ca.. 

Molti italiani affermano di aver diminuito il proprio consumo di grappa in seguito all’emergenza sanitaria, sia a causa della riduzione delle occasioni di socializzazione, sia a causa di una minore frequentazione di bar e ristoranti. A crescere, invece, sono stati gli acquisti online, una tendenza che è destinata ad aumentare nei prossimi mesi.

Si tratta di alcuni dei dati rilevati dalla ricerca che Nomisma ha condotto per AssoDistil, Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli ed Acquaviti e presentata il 28 ottobre scorso in occasione dell’evento organizzato dall’Associazione Il Settore distillatorio italiano tra modello di sostenibilità e nuove sfide, tenutosi presso l’Auditorium Distilleria Marzadro di Nogaredo (Trento). 

Per effetto della chiusura di bar e ristoranti, le vendite nella distribuzione moderna (iper+super+discount) hanno registrato una crescita del +8% in valore nel 2020 rispetto al 2019. Di contro, le vendite nei Cash&Carry sono crollate del 20% nello stesso periodo. Si tratta infatti di un canale a cui si rivolgono principalmente gli operatori del foodservice; il suo andamento, di conseguenza, tende a essere legato a quello dell’Ho.Re.Ca.. Parallelamente è esploso l’e-commerce con tassi di crescita a tripla cifra: +198% tra 2019 e 2020.

Tuttavia, il graduale ritorno alla normalità sta riequilibrando lo scenario di mercato. L’online, seppur ancora in forte crescita, ha subito un rallentamento, segnando un +30% nel primo semestre del 2021 in confronto al primo semestre del 2020, mentre le vendite nel Cash&Carry sono tornate ad aumentare, mettendo a segno un +8% nello stesso periodo. Situazione stazionaria per le vendite in iper/supermercati e discount, seppur con differenze fra le diverse tipologie di grappa.

Dopo aver analizzato lo scenario di mercato, la ricerca Nomisma si è concentrata sulle abitudini di consumo di grappa degli italiani, attraverso un’indagine che ha interessato

1.000 user di grappa tra i 18 e i 73 anni. La survey – oltre ad indagare il modello di consumo della grappa e le evoluzioni intervenute a seguito dell’emergenza pandemica  – si è posta l’obiettivo di fotografare le prospettive di sviluppo futuro con particolare attenzione al ruolo dell’e-commerce e al fenomeno del mixology.

Dallo studio è innanzitutto emerso come il consumo di spirits in Italia sia molto diffuso: il 61% della popolazione 18-73 anni li ha consumati in almeno un’occasione (in casa o fuori casa) negli ultimi 12 mesi e il 29% ha bevuto grappa.

Ma qual è l’identikit del consumatore italiano di grappa? La ricerca ha evidenziato che a prediligerla sono soprattutto le persone di sesso maschile e che il consumo tende a crescere con il passare dell’età e con l’aumentare del reddito.

1 italiano su 3 dichiara di bere grappa principalmente a casa propria, mentre il 28% a casa di parenti e amici. Il restante 37% afferma di consumarla soprattutto fuori dalle mura domestiche e a scegliere il consumo away from home sono, in particolare, le generazioni più giovani. 

Inevitabilmente queste dinamiche hanno risentito dell’impatto della pandemia: basti pensare che prima del Covid-19 la quota di consumatori che usava bere grappa soprattutto fuori casa era pari al 48%. L’indagine ha difatti rilevato che circa 1 consumatore su 4 ha ridotto i consumi di grappa da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria: il 35% lo ha fatto perché sono diminuite le occasioni di incontro con parenti e amici, mentre il 32% perché ha frequentato meno ristoranti e bar, a conferma della centralità giocata da tale canale.

Si può quindi dire che la grappa sia molto legata al piacere di stare in compagnia. Non a caso, gusto e convivialità sono i principali driver che ne guidano il consumo. Il 49% degli italiani, infatti, la beve soprattutto con gli amici e il 30% con i parenti, in particolare dopo i pasti. Il 43% afferma di aver consumato grappa, nell’ultimo anno, per stare in compagnia, il 51% perché ne ama il gusto e un altro 33% per le sue proprietà digestive.

Guardando al futuro, dopo la contrazione causata dalla pandemia, gli italiani si dimostrano ottimisti. Il 15% sostiene che aumenterà i propri consumi di grappa (a fronte di un 8% che invece afferma che li diminuirà) e a trainare sarà soprattutto il fuori casa contestualmente al ritorno delle occasioni di socialità e al venir meno delle restrizioni nel canale della ristorazione.

di T N