Mondo Enoico
BEVANDE ALCOLICHE & FINANZIARIA. L’UNIONE ITALIANA VINI SCRIVE A ROMANO PRODI, PAOLO DE CASTRO E LIVIA TURCO
Secondo Andrea Sartori, il vino è un immenso patrimonio storico, culturale ed economico che non può essere in alcun modo svilito con misure che non prevedano alcuna campagna di educazione
07 ottobre 2006 | Raffaella Leoni
Il mondo del vino italiano è seriamente preoccupato per alcune misure previste dalla recente Finanziaria concernenti i limiti al consumo di bevande alcoliche. Andrea Sartori, presidente della Confederazione Italiana della Vite e del Vino - Unione Italiana Vini, scrive al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro della Salute Livia Turco e al Ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro: âIl nostro vino è un immenso patrimonio di storia e cultura, e fa parte da sempre della tradizione alimentare italiana, caratterizzata da quella Dieta mediterranea che tutto il mondo riconosce come parte integrante di uno stile di vita salutare, in cui proprio il vino gioca un ruolo da protagonista, esplicando notevoli effetti benefici sulla salute â come scientificamente ben dimostrato â in un contesto di consumo moderato e durante i pasti. Inoltre il vino è una grande ricchezza sia in termini di valori economici - è lâunica voce in attivo degli scambi commerciali del nostro agroalimentare per ben 2,7 miliardi di euro - sia in termini occupazionali, dando lavoro a 800.000 persone, sia di tutela e valorizzazione del territorio. Si tratta di un patrimonio enorme che non può essere svilito attraverso misure che mirano a colpire il prodotto alcol in generale, senza promuovere alcuna campagna di educazioneâ. 
âLa lotta allâalcolismo - continua Sartori - è certamente una cosa seria e sta a cuore agli stessi imprenditori vitivinicoli, tantâè che la nostra Associazione è tra i soci dellâOsservatorio permanente giovani e alcol, presieduto dal professor Umberto Veronesi, ma la strada del proibizionismo non ha mai portato nulla di buonoâ. Andrea Sartori chiude la sua lettera chiedendo al Presidente del Consiglio e ai Ministri di intervenire in modo efficiente affinché il mondo del vino italiano non debba subire questa inutile quanto dannosa penalizzazione. âIl nostro comparto - conclude Sartori - versa già da tempo in uno stato di difficoltà sia per la forte concorrenza dei Paesi nuovi produttori, avvantaggiati da politiche liberistiche, sia per il calo dei consumi interni, che in trentâanni si sono dimezzati e oggi sono inferiori ai 50 litri pro capiteâ. 
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