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Avete paura di borse, banche e obbligazioni? Scegliete il vino

Secondo una ricerca Mediobanca il vino potrebbe diventare il bene rifugio del Terzo Millennio. A livello mondiale, per ogni euro investito in vino nel 2001 ne sono tornati 5,4 euro a inizio 2016. Molti meno i ritorni borsistici che hanno fatto guadagnare solo 1,6 euro

26 febbraio 2016 | T N

L’investimento nel settore vinicolo è più redditizio del 160% rispetto a quello nel settore finanziario. E’ quanto emerge da un’analisi di Mediobanca commissionata da Ornellaia e che ha coinvolto anche Censis e Liv-ex. Lai presentazione si è tenuta presso Sotheby’s, in occasione dell’avvio dell’ottava edizione del progetto “Ornellaia Vendemmia d’Artista”.

A livello mondiale, secondo la ricerca di Mediobanca, un euro investito in vino (inteso in aziende vitivinicole) nel 2001 è cresciuto a 5,4 euro a inizio 2016.

Lo stesso investimento su tutte le borse mondiali si sarebbe invece tradotto in un capitale finale di 1,6 euro.
Ma soprattutto, dai minimi di fine 2008, il medesimo euro allocato in un portafoglio di titoli vinicoli sarebbe cresciuto fino a 3,4 euro rispetto ai 2-2,5 euro fruttati dalle Borse mondiali.

Una propensione all'investimento già sentita da parte degli italiani, il 30,6% dei quali amerebbe investire i suoi soldi in un'azienda del food o del vino, più che azienda informatiche (19%) più che in grandi aziende multinazionali (9,8%) e più anche del made in Italy tradizionale (29%).

A cosa si deve questa incredibile redditività? Sempre secondo l`ufficio studi di Mediobanca, nell`ultimo decennio (2005-2015), le esportazioni di vino italiano sono cresciute in quantità (+23%), ma soprattutto in valore: +84,3%.
Nel medesimo periodo, il valore delle esportazioni nette della manifattura italiana è cresciuto del 67%.
Ciò significa che le esportazioni di vino italiano hanno superato quelle di prodotti del manifatturiero di oltre 17 punti.

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