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Le malattie del tronco, un'emergenza per la viticoltura mondiale

L'Organizzazione mondiale della vite e del vino stima che il 20% dei vigneti nel mondo siano affetti da tali patologie, con costi enormi. Capire le cause della diffusione può aiutare a scoprire metodi per il loro contenimento

28 agosto 2015 | Graziano Alderighi

Le malattie del tronco della vite sono diventate un vero e proprio problema nel corso degli anni, con un aumento della mortalità delle viti e un'incidenza economica significativa sul settore.

E' ormai noto che il 20% dei vigneti mondiali sono affetti da queste patologie.

Le malattie del tronco della vite più diffusi sono il mal dell'esca e il Black Dead Arm. Si tratta, in entrambi i casi, di malattie in cui opera un consorzio fungino difficile però da debellare.

Naturalmente esistono molte altre patologie che colpiscono il tronco della vite, dal Black Rot al Fusarium, con disseccamento dell'apparato radicale, fino alla verticilliosi.
Spesso i sintomi sono molto simili.

Le spore fungine possono causare una necrosi settoriale o centrale unita alla decolorazione vascolare a livello di legno che provoca uno stato depressivo alle piante: indebolito sviluppo vegetativo o di defogliazione, con a volte decolorazione delle foglie.

Meno diffuse, ma non meno pericolose, le malattie virali o batteriche come il morbo di Pierce (Xylella fastidiosa), il complesso dell'arricciamento fogliare che possono avere un tasso di mortalità fino al 70%.

In generale le malattie del tronco della vite interessano piante adulte o vecchie ma di recente è stato notato il loro insediamento anche su vigneti giovani, cominciando a infettare anche vigneti di 2-3 anni di età.

La diffusione di queste patologie è legata a molti fattori, tra cui i cambiamenti climatici, ma anche da regolamenti e leggi. L'Organizzazione mondiale della vite e del vino ha notato un incremento delle infestazioni in Europa a seguito del divieto di utilizzo dell'arseniato di sodio, unico mezzo conosciuto per contenere il mal dell'esca. Ciò ha determinato un incremento del tasso di mortalità dello 0,5-1% all'anno negli appezzamenti in cui i viticoltori hanno dovuto cessare i trattamenti con arseniato di sodio.

Oggi, per controllare tali patologie, possono essere utilizzate solo buone pratiche agronomiche. Tra queste va certamente annoverata la potatura tardiva perchè nel periodo di dormienza le ferite da taglio guariscono più lentamente.

Poi vi sono consigli di carattere generale, come assicurare un buon drenaggio, la solidità della i innesto, la rimozione delle ramaglie di potatura, l'effettuazione della potatura in un periodo secco.

Tuttavia per il controllo dei virus la diagnosi precoce è l'unica misura preventiva raccomandata.

Attualmente non ci sono prodotti utili per il contenimento delle malattie del tronco della vite. Tutti i prodotti utilizzabili sono infatti molto tossici e l'uso è stato proibito. La ricerca sta compiendo passi in avanti, specie riguardo all'utilizzo del boro e di agenti biotici, come Trichoderma , ma si tratta ancora di sperimentazioni. Naturalmente si sta lavorando anche al miglioramento genetico, per assicurare cloni resistenti o tolleranti. Le prime piante potrebbero essere testate in campo già nei prossimi anni.

Oggi l'Organizzazione mondiale della vite è impegnata non solo nel sostenere e nel coordinare le varie attività di ricerca ma anche in un'attenta attività di monitoraggio per comprendere l'evoluzione delle malattie e la loro incidenza sul settore di qui al prossimo futuro.

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