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Quali sono i vini bianchi più amati dalla Guide vitivinicole?
Secondo l'indagine dell’Università Politecnica delle Marche, Gambero Rosso, Bibenda e Veronelli sono le guide più credibili secondo i consumatori. Ecco allora le preferenze dei degustatori italiani più importanti: salgono i bianchi friulani, indietreggiano i vitigni internazionali e volano gli autoctoni
19 novembre 2014 | C. S.
Salgono i bianchi friulani (Friulano e Collio), indietreggiano i vitigni internazionali (Sauvignon, Chardonnay e Pinot Bianco), volano gli autoctoni mentre frenano Soave e Fiano. E per il secondo anno consecutivo la palma di miglior vino bianco italiano (fermo) va al marchigiano Verdicchio. È il risultato di un’indagine svolta da Gabriele Micozzi, docente di marketing del Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche che per conto dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) ha messo assieme anche quest’anno i risultati delle principali guide enologiche del Paese.
La ricerca, presentata a Roma assieme all’olimpionica, marchigiana e nuova ambasciatrice del Verdicchio, Elisa Di Francisca, vede il vino principe marchigiano aggiudicarsi complessivamente 61 riconoscimenti dalle 8 guide monitorate (Vini d’Italia del Gambero Rosso, Bibenda, I Vini d’Italia de L’Espresso, I vini di Veronelli, Slow Wine, Vinibuoni d’Italia, oltre alle new entry Guida essenziale ai vini d’Italia e Vitae), seguito da lontano dal Fiano (35), ora tallonato dal Friulano che ha scavalcato Sauvignon (29) e Soave (28). Al settimo posto resiste il Pinot Bianco (27) mentre avanza di sette posizioni il Collio (22), a pari merito con il Vermentino e con tre lunghezze di vantaggio con l’’emergente’ Trebbiamo d’Abruzzo. Una ‘Top ten’ sui bianchi fermi italiani che vede i vitigni autoctoni aggiudicarsi la tripletta di medaglie ed erodere sempre più riconoscimenti ai classici internazionali. Oltre alla conferma del Verdicchio, eccellente la performance della compagine friulana, che registra il salto di qualità più rilevante.
“Abbiamo la fortuna di poter lavorare su 2 prodotti, il Verdicchio di Matelica e quello dei Castelli di Jesi che migliorano anno dopo anno – ha detto il direttore dell’IMT (il consorzio che con 800 aziende e 16 denominazioni, rappresenta il 90% dell’export enologico delle Marche), Alberto Mazzoni -. Cresciamo in qualità, con un terzo delle aziende premiate che producono oltre 5mila bottiglie. Ma anche in valore e nella quota export: oggi quest’ultima è al 50% ma il nostro obiettivo, anche grazie agli investimenti in Ocm Promozione e PSR Marche è di arrivare a esportare il 60% del nostro prodotto entro il 2016”.
Nella seconda parte dell’indagine, Micozzi ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione italiana per indagare su quale fosse la guida enologica considerata più attendibile tra le principali 8 prese in esame. Anche per il 2015 la guida cult per l’enoappassionato si conferma quella del Gambero Rosso (0,90 il punteggio). Passaggio di consegne in seconda posizione, con i 5 grappoli di Bibenda (0,72) che supera la storica e ancora molto apprezzata guida Veronelli (0,66), ormai incalzata da I Vini d’Italia de l’Espresso (0,63) e Slow wine di Slow Food (0,60). Seguono, Vitae-Ais e Doctor Wine, che evidentemente scontano il fatto di essere alla loro prima edizione.
Per il curatore dell’indagine, Gabriele Micozzi: “L’excursus sulla credibilità delle guide tra i suoi lettori sfata un luogo comune, ovvero che questi prodotti editoriali non siano più così seguiti come un tempo. È vero il contrario: complessivamente il giudizio sulla credibilità è cresciuto, specie nelle prime posizioni e quindi tra le guide più lette”.

Ponderando infine il numero di premi vinti dalle tipologie di vino per l’indice di credibilità, il Verdicchio si impone in modo assoluto come il miglior vino bianco italiano (39,6) seguito da Fiano (23) e Friulano (19,8). Poi Sauvignon, Pinot Bianco, Soave, Malvasia, Vermentino, Collio e Chardonnay.
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