Mondo Enoico

Doppio colpo per la vitivinicoltura italiana

Mentre i primi dati dell'anno indicano che l'export verso gli Stati Uniti vacilla e cala in volume, ma non in valore, la Corte dei Conti europea mette sotto la lente i fondi per la promozione giudicandoli troppo elevati e pregiudicando "l'applicazione dei principi della sana gestione finanziaria"

02 luglio 2014 | T N

Il vino italiano comincia a manifestare segnali di debolezza e difficoltà nel ricco mercato americano e, in un simile contesto, riceve anche uno schiaffo dalla Corte dei Conti Ue.

Nel primo quadrimestre dell'anno, secondo i dati rilasciati da Iwfi, Italian wine & food institute, hanno fatto registrare una riduzione del 4,4% in quantità, ma un aumento del 5,4 %. in valore.

"Assistiamo a una progressiva contrazione del mercato vinicolo d’importazione con tutti i principali paesi fornitori in fase di flessione, ma per quanto riguarda l’Italia segnaliamo con preoccupazione la mancanza di azioni promozionali a sostegno delle esportazioni vinicole italiane" ha commentato Lucio Caputo, presidente di Iwfi.

La recente fusione fra due noti importatori di vini italiani, Winebow e il colosso della distribuzione The Vintner Group, contribuisce ad aggravare l’export italiano.

“La ristrutturazione in corso, con la scomparsa dei piccoli importatori strumentali nell’introduzione di nuovi vini, sta acquistando notevole rilevanza - sostiene Lucio Caputo -  Le aziende importatrici, specie quelle che emergono da fusioni e/o acquisizioni, si vengono a trovare infatti con dei portafogli vini di notevoli dimensioni che, nella maggior parte dei casi, sono sproporzionate per eccesso alle esigenze del mercato. Ne deriva che queste aziende importatrici sono costrette a cancellare o a congelare i rapporti con quelle aziende italiane i cui prodotti hanno minori possibilità sul mercato Usa e a non avere alcun interesse ad acquisire altri produttori".

Occorrerebbe quindi maggiore promozione ma la Corte dei Conti europea va in direzione opposta.

Sugli investimenti per la promozione "non é giustificata la misura specifica introdotta per il settore in quanto quel tipo di sostegno esiste già nella politica di sviluppo rurale e quindi ne rende più complessa la messa in opera". Quanto alle azioni di promozione, "sono state spesso utilizzate per consolidare i mercati anziché conquistarne di nuovi o recuperare i vecchi". I giudici giungono persino a definire "troppo elevata" la dotazione per la promozione del settore per i prossimi 7 anni.

Considerando - scrive la Corte - "le difficoltà incontrate dagli Stati membri nell'utilizzare la dotazione 2009-2013, gli stanziamenti 2014-2018 rischiano di essere troppo elevati, pregiudicando l'applicazione dei principi della sana gestione finanziaria".

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