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Poche scelte per la lotta biologica contro la flavescenza dorata

L'insetto vettore del fitoplasma, Scaphoideus titanus, viene dagli Stati Uniti e avrebbe pochi e non specifici predatori e parassitoidi in Europa. Solo un principio attivo è utilizzabile in biologico e bisogna saperlo utilizzare al meglio

06 giugno 2014 | Graziano Alderighi

La flavescenza dorata è presente in Europa fin dalla metà del XX secolo.

Sono ormai molte le aree soggette alla lotta obbligatoria perchè il fitoplasma è molto diffuso. In Italia a essere colpito è soprattutto il nord, con Pimonte e Friuli Venezia Giulia che, negli ultimi anni, hanno subito i maggiori danni.

In Francia, addirittura, si stima che la metà della superficie vitata sia ormai a rischio e quindi soggetta a controllo obbligatorio della cicalina Scaphoideus titanus che trasmette il fitoplasma.

La lotta contro questa malattia si basa su una profilassi preventiva, ovvero l'impianto di barbatelle non infette e l'estirpazione delle viti, o degli impianti, dove il fitoplasma è particolarmente virulento.

Di anno in anno, l'unico metodo di contrasto efficace appare la lotta contro la cicalina, ma quali soluzioni per chi opera in ambito biologico?
Il piretro naturale è l'unica sostanza attiva autorizzata nei regolamenti per l'agricoltura biologica (reg. 889/2008) e al momento vi sono anche poche speranze per l'introduzione di altri metodi di lotta.

Da tempo, infatti, sono in corso studi per comprendere quali e quanti siano i parassitoidi e i predatori di Scaphoideus titanus, anche allo scopo di allevare e lanciare gli antagonisti permettendo così un controllo biologico della cicalina. Purtroppo, come segnalato dall'Inra francese e dell'istituto Bio Civam Languedoc-Roussillon "il parassitismo naturale Scaphoideus titanus è molto basso o addirittura pari a zero. Predatori o parassitoidi hanno un'influenza trascurabile sulla dinamica delle popolazioni di cicaline, di per sé non solo sufficiente a garantire il controllo biologico. Questa notevole mancanza di antagonisti naturali probabilmente è spiegato dalla sua origine: l'Scaphoideus titanus è dalla regione dei Grandi Laghi, in Nord America. In Europa è stata introdotta accidentalmente, probabilmente nella prima metà del XX secolo, e qui non ha trovato antagonisti che possono esercitare un significativo contrasto." Scarsi risultati anche dall'importazione in Europa di potenziali parassitoidi provenienti dagli Usa che mal si adatterebbero al nostro clima.

L'unica possibilità per il controllo della cicalina in regime biologico rimangono quindi i trattamenti con piretro naturale. La temperatura, l'umidità e l'insolazione non influiscono direttamente sull'efficacia del trattamento, anche se è bene evitare di effettuarlo durante le ore più calde della giornata e quando le api sono in volo. Anche il pH non sembra essere fondamentale per l'efficacia del prodotto. Il trattamento in combinazione con altre sostanze, come zolfo e rame, può però ridurre, anche se non significativamente, l'efficacia. E' anche bene ricordare che il piretro ha la massima efficacia solo sugli adulti di cicalina e quindi trattamenti anticipati avrebbero effetti molto modesti. Limite importante del piretro naturale è il tempo di efficacia, che è molto breve (qualche giorno), tanto che è sconsigliabile il controllo biologico della cicalina se non su aree vaste e consorziando più viticoltori.

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