Mondo Enoico
Cosa accadrà se i grandi consumatori diventeranno anche grandi produttori di vino?
Fino ad oggi si considerava limitata l'area degli Stati Uniti adatta alla viticoltura. Così anche quella della Cina. I cambiamenti climatici cambiano questo scenario
20 aprile 2013 | Ernesto Vania
Secondo uno studio del CI’s Moore Center for Science, condotto da Lee Hannah, lo scenario viticolo mondiale, e di conseguenza anche quello vinicolo e di mercato, è destinato a cambiare molto profondamente e sensibilmente.
Tanto profondamente e tanto sensibilmente che nazioni oggi grandi importatrici di vino, come gli Usa, potrebbero divenire anche grandi produttrici.
“Presto – afferma Hannah – potremmo vedere crescere rigogliose le viti e fruttificare persino nel Parco Nazionale di Yellowstone, nel Wyoming.”
Il riscaldamento globale, infatti, amplierebbe di molto le aree vocate verso i poli ma le ridurrebbe, altrettanto drasticamente, nella fascia mediterranea.
A rischiare, nell'immediato, sarebbe il sud Italia e la Spagna mentre si potrebbe arrivare a piantare viti anche al confine col Canada, nel territorio dello Yukon. E' soprattutto nell'emisfero settentrionale che si guarda però come zona di espansione viticola. Infatti il Cile, il Sud Africa e l'Australia hanno ormai poche terre da dedicare alla viticoltura, al contrario degli Usa, del Canada e della Cina. In Nord America, il cambiamento può venire su terreni che attualmente sono habitat importanti per gli orsi grizzly, leoni di montagna, pronghorn, alci e molte altre specie che necessitano di grandi paesaggi naturali per sopravvivere.
Già oggi, in base allo studio, i vini del New Jersey non sono risultati statisticamente diversi da quelli francesi in base all'assaggio di una commissione di esperti.
Per Hannah, tuttavia, questo fenomeno non deve né stupire né allarmare eccessivamente. “Probabilmente se ci fossimo rivolti al bisnonno o a qualche altro trisavolo avrebbe lodato i vini algerini. L'Algeria per lungo tempo è stata grande esportatrice di vino. Oggi non lo è più” afferma Hannah.
Non solo Stati Uniti e Canada. La Cina è la regione con la più rapida crescita di produzione vinicola del mondo. Imprenditori cinesi stanno quindi acquistando terreni e impiantando viti, scommettendo sull'aumento della domanda interna, soprattutto da parte delle classi più agiate. La Cina dispone infatti di molte aree idonee, ora e in futuro, alla produzione di vino. Purtroppo, al pari degli States, questo significherà probabilmente privare del loro habitat naturale i panda giganti.
Non è detto però che non si trovi un modo per rendere la viticoltura, in questi territori, ambientalemtne sostenibile, magari dando valore proprio alla salvaguardia della fauna selvatica.
Quel che è certo, secondo la ricerca del CI’s Moore Center for Scienceè che lo scenario vitivinicolo mondiale è destinato a mutare da qui al 2050.
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