Mondo Enoico

L'utilizzo delle fecce nella vinificazione e alcune alternative

L'uso di questo sottoprodotto vitivinicolo è sempre stato molto discusso in enologia, soprattutto per la difficoltà nella gestione. Oggi vi sono alternative

24 settembre 2011 | Graziano Alderighi

Probabilmente qualche appassionato di vino storcerà il naso m l'utilizzo delle fecce in enologia sta diventando sempre più importante per conferire alcune note aromatiche e per stabilizzare il colore.

Fecce sono comunemente definiti il deposito che si viene ad ottenere nell'arco di alcune decine di ore dopo la movimentazione di un vino alo termine della fermentazione.

A scopo didattico si individuano due tipologie di fecce:

- quelle grossolane

- quelle fini, normalmente costituite soprattutto dai lieviti

La composizione delle fecce fresche è variabile, ma i composti liberati nel vino sono sempre dei nucleotidi, degli acidi grassi, degli amminoacidi, dei peptidi, dei polisaccaridi, delle glicoproteine (mannoproteine), che apportano delle conseguenze positive sul profilo sensoriale e sulla stabilità del vino nei confronti delle precipitazioni tartariche, proteiche e del colore.

La qualità delle fecce, e pertanto il loro interesse enologico, dipende tuttavia da numerosi parametri, come lo stato sanitario delle uve, la tecnica di estrazione, la scelta del ceppo di lievito, o ancora l’ottimizzazione della popolazione di lieviti per una buona gestione della fermentazione. Essa dipende anche dalla scelta dei batteri malolattici, così come dai movimenti e dalla temperatura del vino nel corso dell’affinamento. La tecnica dell’affinamento sulle fecce è pertanto delicata. Infatti l’affinamento sulle fecce classico, che si pratica in barrique, è propizio allo sviluppo di microrganismi d’alterazione tali come Brettanomyces.

Proprio per queste ragioni si stanno cercando soluzioni alternative che possano conferire uguali proprietà organolettiche e stabilità di colore mediante un diverso e più razionale utilizzo delle fecce.

Nell’ambito di una sperimentazione sull’affinamento in barrique, l’Institut Coopératif du Vin ha testato delle aggiunte di Lieviti Secchi Attivi (LSA) e di fecce di vino bianco come alternativa ad un affinamento classico. I risultati sono apparsi globalmente positivi sul profilo sensoriale del vino finale. Da cinque a sei mesi dopo l’addizione di LSA, i vini presentano un legno più integrato, un fruttato più marcato, una minore astringenza ed un maggior volume di bocca. L’addizione di fecce ha permesso di sviluppare la sensazione di rotondità in bocca, di zuccherosità e di volume. Tuttavia, la scelta della dose di apporto è molto importante, e non si deve superare l’1-2%. Infine, la riuscita di questa tecnica di affinamento a parte delle fecce rimane condizionata a certe precauzioni indispensabili, come degustare le fecce per evitare qualunque odore solforato, acidificarle e solfitarle fortemente, eliminare precocemente il surnatante

Un'ulteriore possibilità riguarda l’aggiunta contemporanea di lieviti inattivi e di glucanasi che ha permesso di ottenere vini ricchi di polisaccaridi totali, con maggior colore e una tonalità che si mantiene stabile. Il grado di polimerizzazione (mDP) è più basso. L’aggiunta di sole glucanasi, anche se permette di ottenere un colore più sostenuto, libera quantità di polisaccaridi totali minori rispetto al testimone. La misura dell’indice di gelatina e la degustazione mostrano che questa opzione risulta più astringente.

L’aggiunta di soli tannini è il trattamento che aumenta maggiormente il colore, ma ciò si accompagna ad un aumento dell’indice di gelatina, quindi dell’astringenza.

Alla vista di questi risultati, il trattamento ottimale è l’aggiunta contemporanea di lieviti inattivi e di glucanasi.

Potrebbero interessarti

Mondo Enoico

La logistica in cantina: il successo commerciale con efficace gestione delle scorte e dei canali di vendita

Grazie anche all’integrazione dell’intelligenza artificiale e del MotionMining, si possono ridurre i costi operativi fino al 20% e i trasporti del 15%, migliorando la soddisfazione del cliente e la competitività dell’azienda

05 giugno 2025 | 11:00

Mondo Enoico

Diminuisce lentamente la giacenza di vino italiano in cantina

Il 55,2% del vino detenuto è a denominazione di origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,6% del totale delle giacenze di vini a indicazione geografica

20 maggio 2025 | 11:00

Mondo Enoico

Il consumo mondiale di vino torna ai livelli del 1960

Il consumo globale di vino è stimato a 214 milioni di ettolitri. L'inflazione e la scarsa offerta continuano a mantenere i prezzi elevati rispetto agli anni pre-pandemia, quasi il 30% in più

15 maggio 2025 | 15:00

Mondo Enoico

Che cos’è la macerazione carbonica e che effetti ha sul vino, confrontata alla macerazione con azoto

Nella macerazione carbonica si può sostituire l’anidride carbonica con il gas azoto inerte, dando origine a effetti diversi sul vino in termini chimici e anche organolettici. Se la cantina dispone di un generatore di azoto per l’imbottigliamento, può essere utilizzato per il processo di macerazione.

10 maggio 2025 | 14:00

Mondo Enoico

Affinare i vini toscani in botti di legno di castagno

Il legno di castagno interagisce con le caratteristiche del vino in modo diverso rispetto a quanto avviene con il legno di rovere, migliorando la stabilità del colore nei vini rossi, che risultano allo stesso tempo anche più intensi

06 maggio 2025 | 09:00

Mondo Enoico

Giacenza di vino italiano stabile rispetto allo scorso anno

Il 55,0% del vino detenuto è a denominazione d'origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Al 31 marzo 2025 negli stabilimenti enologici italiani sono presenti 52,8 milioni di ettolitri di vino e 4 milioni di ettolitri di mosti

17 aprile 2025 | 14:00

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati