Mondo Enoico

“SE DEVO SPENDERE UNA FORTUNA PER UNA BOTTIGLIA DI VINO NON L’ACQUISTO”. PAROLA DI GIACOMO TACHIS

Alla ribalta, nuovamente, il fattore prezzo. Il settore vitivinicolo ed enologico sta vivendo una profonda evoluzione di mercato, che premia soprattutto i nuovi Paesi produttori. La perdita di competitività delle nostre cantine le espone al rischio di venire assorbite da danarosi concorrenti stranieri

15 gennaio 2005 | Ernesto Vania

I fatti
Aumentano le vendite di vini di qualità di costo minore, mentre flette il consumo di bottiglie di costo elevato e quelle non parametrate ad un giusto rapporto qualità/prezzo.
Questa la tendenza nel 2004 rilevata da Assoenologi. Secondo l'Associazione enologi enotecnici italiani si nota anche una certa eterogeneità nei consumi, con prodotti che salgono e altri che scendono, come pure ci sono aziende che continuano a vendere senza difficoltà, mentre altre sono in crisi. Per il presidente di Assoenologi, Mario Consorte, il settore enologico sta vivendo un profondo cambiamento del mercato: “fino a ieri era il produttore che indirizzava le scelte, oggi è il consumatore a decidere, affiancando alla qualità del prodotto un'immagine basata non sul biglietto da visita della cantina, ma sulla consistenza dei vigneti e sull'efficienza delle strutture che, sempre più, interpreta come giusto equilibrio fra tradizione e innovazione. Stiamo andando verso strutture sempre di maggiore rilievo, meglio organizzate, sia pure nell'estrema frammentazione delle nostre superfici vitate” ( va infatti sottolineato che la superficie media delle 810.000 aziende viticole italiane è di solo un ettaro contro i 7 della Francia e gli oltre 300 delle nuove realtà australiane e cilene).
Dopo oltre 30 anni di dominio incontrastato la perdita nel 2004 della leadership mondiale nel numero di bottiglie di vino esportate negli Stati Uniti. Le importazioni di vino australiano hanno superato in quantità quelle nazionali nei primi dieci mesi del 2004 (dati dell' l'Italian Wine & Food Institute). In questo periodo le importazioni vinicole USA dall'Italia sono ammontate a 1.456.550 ettolitri con una diminuzione del 9,1% in quantità mentre le importazioni dall'Australia sono state pari a 1.486.530 ettolitri, con un incremento del 21,7%.

Le speranze
Si aprono nuovi mercati. Il boom vero e proprio è atteso per i prossimi anni, ma per ora la crescita del mercato vinicolo in Cina si attesta già sul 30% annuo. Secondo la ricerca Nomisma-Vinitaly del 2003 sul mercato del vino nel mondo, il 37% delle vendite complessive di vino in Cina passa dai super-ipermercati, il 13,4% dai negozi alimentari e il 9% dai negozi specializzati, mentre il 40% dalla ristorazione e wine bar.
La concorrenza non si è ancora consolidata, ma occorre muoversi in fretta .Nell’arco dei prossimi quattro anni le cantine australiane potrebbero trovarsi a corto di materia prima, secondo quanto ha dichiarato lo scorso venerdì Gordon Grant, delle cantine Palandri. Già si è verificata una carenza di uve bianche e di alcune varietà rosse, rispetto alla richiesta e al potenziale produttivo. Ma con le attuali tendenze dei raccolti in Australia, il rischio è che fino al 2010 si produca solo tanto vino quanto basta per una crescita dell' export dell'azienda del 10 per cento annuo.

Una visione lucida: Giacomo Tachis
Durante la cerimonia di premiazione dei “Vini di Toscana 2004” tenutasi a Firenze a metà dicembre 2004, Giacomo Tachis, premiato per i successi di una carriera ineguagliabile, ha commentato in maniera lucida e franca, come sua abitudine, lo stato della viticoltura nazionale, con particolari riferimenti a quella toscana. Il quadro offerto dal celebre enologo non è affatto rassicurante.
Tachis ha riferito del pericolo che le migliori cantine italiane vengano acquisite dalla concorrenza straniera. Si tratta di investitori potenti e scaltri che hanno capacità di marketing talmente sviluppata che si corre il rischio che in futuro la qualità da sola non basti più a mantenere la leadership dei vini migliori nell'ambito del mercato nazionale dei vini di qualità.
Ecco allora il fattore prezzo.
“I vini che contribuisco a produrre non sono così cari quando escono dalla cantina - ha detto riferendosi agli esosi prezzi al dettaglio del Sassicaia 2000 - il prezzo giusto si aggira attorno ai €30 / €40.”
Ha infine concluso con una forte affermazione, che dovrebbe far riflettere più di un produttore ed enologo: “Il prezzo di molti vini è esagerato. Se devo spendere una fortuna in una bottiglia di vino non l'acquisto”