Mondo Enoico

Il settore vitivinicolo italiano è ottimista e vede fatturato in crescita

Nasce il primo Wine Index da parte di un istituto di credito ma non è mancata qualche critica da parte del Ministro Galan che ha sottolineato come talvolta la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Tra criticità e problemi si guarda all'export e all'estremo oriente

13 novembre 2010 | Ernesto Vania

Il vino italiano? Con 45 milioni di ettolitri rappresenta il 17% della produzione industriale e oltre il 28% della Ue. Un giro d'affari annuo di 13,5 miliardi, più 2 miliardi riconducibili all'indotto. Un milione di addetti, +50% in dieci anni, in netta crescita gli immigrati.

Nonostante il Belpaese sia la patria di Bacco, i consumi in Italia sono in calo, 45 litri i consumi annui pro-capite nel 2007, 43 litri nel 2009 e la prospettiva di scendere sotto quota 40 litri. Negli anni '70 si sfioravano i 120 litri a persona. In calo anche i consumi mondiali, -2,8% nel 2009. Sono i dati presentati nel corso del Forum Montepaschi sul vino.

A distanza di pochi mesi dal precedente lavoro sulle produzioni enologiche italiane, l’Area Research ha completato il percorso iniziato quasi un anno fa elaborando uno specifico indice di competitività - Mps Wine Index -, riservato alle denominazioni italiane. L’indice è calcolato come prezzo medio ponderato di quasi 100 Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD) e vini da tavola. Dopo la forte contrazione registrata nel 2009 (-18,8%) nei primi 8 mesi del 2010 l’indice conferma una sostanziale stabilità sui livelli di dicembre 2009.

Lo studio dell’Area Research presenta anche “Osservatorio MPS”, che nasce dalle informazioni raccolte presso la rete di vendita del Gruppo Montepaschi (filiali e clienti). Fra le più significative tendenze in corso si evidenzia un diffuso ottimismo sull‘andamento delle vendite per il prossimo anno. Circa i due terzi del campione intervistato prospetta un aumento del fatturato per il 2011: per la maggior parte su livelli inferiori al 5% ma per una fetta significativa (il 15,1%) sopra al +10%. La crescita del fatturato ipotizzata è dovuta principalmente ad un aumento dei volumi, in quanto l’andamento dei prezzi è prospettato stabile da più della metà del campione. Un terzo degli intervistati però si attende un lieve aumento. Importante la previsione sull’export. Quasi il 95% della view si aspetta un aumento delle vendite all’estero nel 2011: la maggioranza (53,4%) prevede un incremento di circa il 5%, ma ben il 22,5% si spinge ad ipotizzare una crescita sopra al 10%. Gli incrementi di vendite sono attesi soprattutto per la Cina, per i mercati del Nord Europa e Svizzera.

Il vino resta quindi una voce importante dell'export tricolore, vale 3,5 miliardi, pari al 45% dell'intero fatturato del settore vinicolo.

Il 2010 si è aperto con dati confortanti, nel periodo gennaio-luglio le esportazioni sono cresciute del 4% in volume e del 6,9% in valore. Il valore unitario dell'export è sceso a 1,78 euro al litro, fondamentale per la variabile prezzo è ovviamente il tasso di cambio, a cominciare dal dollaro, essendo gli Usa il maggiore mercato di sbocco del vino tricolore.

L'export beneficia della forte domanda dei paesi extra-Ue, con la Cina che raddoppiato le importazioni di vino italiano.

E l'Asia sembra proporsi come nuovo grande mercato, tra il 2009 e il 2013 il i consumi di vino potrebbero crescere del 25%. Il valore unitario dell'export e' sceso a 1,78 euro al litro, fondamentale per la variabile prezzo e' ovviamente il tasso di cambio, a cominciare dal dollaro, essendo gli Usa il maggiore mercato di sbocco del vino tricolore.

Se questo primo Forum sul mondo vitivinicolo rappresenta un interessante passo di avvicinamento, alcune riflessioni critiche sul sistema bancario e creditizio italiano sono giunte dal ministro Galan: “quest'anno il sistema bancario nel settore delle assicurazioni agevolate sta facendo credito con enorme rigidità nei riguardi delle organizzazioni dei produttori agricoli, e questo perché nella Legge Finanziaria non c'è un capitolo di bilancio apposito e sufficientemente dotato. Ma chi ha subìto danni pesantissimi per colpa di grandinate o di trombe d'aria, che è quanto accade troppo spesso ai nostri vigneti, sa che gli incentivi pubblici sono stati erogati per la prima volta in più di un caso mentre i produttori stavano ancora vendemmiando e mentre giungevano fondi comunitari, fondi ovviamente non visibili sul bilancio dello Stato italiano. Come dire che la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.
Un'ultima riflessione: il sistema dei future, come altri strumenti di ingegneria finanziaria, avrà sicuramente maggior spazio nella futura Politica Agricola Comunitaria, visto che dovremo pensare a strumenti di stabilizzazione del reddito degli agricoltori e quindi degli indicatori in grado di valutare simili cambiamenti e i future potrebbero essere tra gli indicatori utilizzabili.”