Mondo Enoico
Lo sboom del vino novello è ormai realtà
Amabile e fruttto ma non per i produttori. La produzione si è più che dimezzata dal 2002 a oggi il novello ormai rappresenta solo una piccola nicchia: lo 0,18% della produzione enologica nazionale
06 novembre 2010 | Ernesto Vania
A partire da oggi 6 novembre sarà possibile iniziare a stappare le prime delle oltre 8 milioni di bottiglie di vino novello prodotte in Italia nel 2010. Una produzione da consumare entro i prossimi sei mesi, termine ultimo consigliato perché il primo vino dell'annata ad essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche.
Rispetto alla produzione dello scorso anno si stima una diminuzione del 10%, mentre il prezzo medio rimane costante sulla soglia dei 5 euro a bottiglia. Il fatturato del vino novello è di circa 40 milioni di euro ed è realizzato da circa duecento produttori, con oltre un terzo del totale delle bottiglie proveniente dalle cantine del Veneto, che insieme al Trentino copre quasi la metà della produzione nazionale. A seguire si posizionano la Toscana, la Sardegna, l'Emilia Romagna e la Puglia. La produzione italiana, scorrendo i dati Coldiretti, è caratterizzata sopratutto da novelli monovitigno con l'utilizzazione di un'ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d'Avola, ecc.) anche se quelli più utilizzati sono nell'ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.
Nel 2002 la produzione di "novello" toccò il suo picco storico sfiorando i 18 milioni di bottiglie. Ma già dal 2006 il consumo ha iniziato a calare con 15,5 milioni di bottiglie prodotte.
Questa tendenza è proseguita sia nel 2007 che nel 2008 e si confermerà anche quest'anno.
L'incidenza del "novello" sulla produzione enologica nazionale è dello 0,18%.
Quella dei vini "novelli" è quindi una piccola nicchia di mercato, destinata forse al declino, che trova le sue radici in vecchissime tradizioni locali di abbinamento di vini nuovi, ottenuti macerando a lungo le uve intere pressate sofficemente, ai frutti caratteristici dell'autunno, come castagne e marroni e piatti a base di funghi.
Da queste tradizioni e prendendo anche spunto dai novelli francesi, è nata un'apposita normativa italiana che dagli anni Ottanta ha posto regole, come quella del primo giorno di vendita.
Il novello è nato negli anni '50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è profondamente diverso da quello tradizionale: le uve del novello, infatti, non vengono pigiate e successivamente fermentate come nel caso dei vini tradizionali, ma viene invece effettuata la fermentazione direttamente con gli acini interi in modo che solo una piccola parte degli zuccheri presenti si trasformi in alcool, conferendo al vino il caratteristico gusto amabile e fruttato.