L'arca olearia
Olivi da zone affette da Xylella fastidiosa arrivano in Toscana, scatta l'allarme
Nei prossimi anni verranno impiantati mille ettari di superintensivo che rischiano di segnare l'inizio della fine. Occorre fermarsi e ripensare alla vera innovazione olivicola, al passo con i tempi attuali, nel rispetto dell'ambiente e delle persone
12 ottobre 2018 | Pietro Barachini
Un'altra annata olivicola è appena cominciata e come avevamo previsto purtroppo ce la ricorderemo come quella del 2014.
Siamo ad ottobre, e come di consueto si fanno i soliti convegni in giro per l'Italia dove si sentono da parte di esponenti di tutta la filiera i soliti "bisognerebbe fare"...
Il problema è che dopo arrivati a gennaio, nessuno fa nulla o meglio l'attenzione passa, i giornali non scrivono, le tv non parlano più di olio. E noi che facciamo parte della grande filiera olivicola Italiana lavoriamo tutto l'anno: produciamo le piante certificate, lavoriamo i terreni, rinnoviamo i frantoi, promuoviamo il prodotto. Un esercito che in silenzio lavora sempre per arrivare ad avere un reddito decente per mandare avanti la famiglia. P
Purtroppo oggi con appena 265.000 tonnellate di extravergine Italiano previste siamo veramente a rischio estinzione.
La filiera si sta sgretolando, la xyella avanza, gli impianti industriali (super intensivo) con piante non Italiane, provenienti da zone infette da xylella come Spagna, Cile e Perù si stanno diffondendo su larga scala in zone olivicole vocate.
Le truffe aumentano in maniera esponenziale come aumenta le burocrazia per i piccoli produttori .
Allora io ci riprovo e lancio l'ennesimo grido di aiuto: in primis al nuovo Ministro dell'agricoltura Centinaio e poi a tutta la filiera: basta pensare a breve termine, dobbiamo pensare ad un futuro da qui a 20 anni altrimenti l'olio extravergine Italiano (quello vero , quello autoctono) non esisterà più.
Basta pensare al business del super intensivo con le cultivar brevettate, ci sono oltre 400 cultivar autoctone Italiane di cui non conosciamo l'olio ,e che sono a alto rischio estinzione .
Queste costituiscono un paesaggio olivicolo che nessun altro paese al mondo ha. Basta credere che il super intensivo ci aiuterà a produrre di piu, sono sistemi inquinanti ad alto impatto ambientale che la dove si sono sviluppati hanno lasciato il deserto. Sistemi industriali che necessitano di prodotti chimici come il glifosate, cosi ben presto ce lo ritroveremo anche nell'olio. E' questo che vogliamo? Davvero per una volta fermiamoci un attimo a riflettere , mettiamo da parte gli interessi personali e pensiamo al futuro dei nostri figli, che magari domani vorrebbero fare il nostro lavoro .
Lancio questo appello disperato perché sono il primo della filiera, mio bisnonno 100 anni fa riproduceva piante di olivo di cultivar autoctone Italiane , per fare un extravergine italiano, e se oggi (come alcuni produttori di extravergine mi chiedono) devo cominciare a riprodurre dei cloni brevettati in laboratorio adatti al super intensivo, che gia tutto il mondo produce in larga scala, vuol dire che qualcosa non torna e stiamo andando nella direzione sbagliata.
Dico questo perché nella mia amata Toscana, conosciuta nel mondo per i suoi paesaggi olivicoli, per la sua storia nell'olio extravergin , per le sue eccellenze culinarie nei prossimi 2 anni verranno messi a dimora circa 1000 ettari di super intensivo con cultivar non autoctone.
A quel punto sarà l'inizio di un percorso che porterà alla fine della Toscana dell'extra vergine. Non potranno produrre olio Igp Toscano con quelle varietà, ma il serio rischio è che l'immagine dell'intero territorio venga compromessa e, ancor più importante, minata la fiducia dei consumatori. Le persone negli anni hanno preso passione al nostro olio extravergine e sono disposte a pagare di più, perché quella bottiglia rappresenta un territorio, quello Toscano, unico al mondo . Un territorio fatto di paesaggi, fatto da un modello di vivere rurale "come si faceva una volta", nel rispetto delle persone e della natura che ci circonda.
Ecco da domani tutto questo non ci sarà più, perché se non attiviamo delle difese concrete verso l'importazione selvaggia di piante di olivo per super intensivo da paesi esteri gia contaminati da xyella, tutto questo finirà .
Vi lascio con un aneddoto che 50 anni fa mi ha lasciato mio bisnonno , "in olivicoltura non si inventa niente " , ed oggi devo dire che aveva ragione, non occorre l'industrializzare gli oliveti per aumentare la produttività, servono impianti moderni ma non industriali, occorre il recupero delle cultivar autoctone ed il rispetto dell'ambiente e delle persone, questa è la vera innovazione di domani.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
La correlazione degli enzimi delle olive con i profili fenolici dell'olio di oliva vergine
Il ruolo delle attività di perossidasi, e β-glucosidasi nella modellazione del profilo fenolico dell'olio di oliva. I composti volatili C6 sono aumentati durante la maturazione, mentre è stata rilevata una diminuzione degli oli estratti dai frutti immagazzinati a 20 °C
30 dicembre 2025 | 12:00
L'arca olearia
Effetto dell’altitudine sulle caratteristiche di qualità delle olive e dell’olio d'oliva
Il valore del perossidi dell'extravergine era più alto nell'olio ottenuto da olive a 800 metri di altitudine in ogni momento del raccolto. Inoltre l'altitudine ha influenzato non solo il contenuto di fenoli, ma anche la sua composizione
29 dicembre 2025 | 10:00
L'arca olearia
La qualità dell'olio di oliva di Sikitita in confronto con Picual e Arbequina
Fenoli e volatili variano notevolmente sia con il genotipo che, in misura minore, con la maturità delle olive. Per quanto riguarda il profilo fenolico, la cultivar incrociata Sikitita ha mostrato un grado più elevato di somiglianza con la varietà Arbequina.
28 dicembre 2025 | 11:00
L'arca olearia
L'influenza della varietà e dell'epoca di raccolta sull'amaro e sui composti fenolici dell'olio d'oliva
il livello di composti fenolici e l'intensità dell'amaro è significativamente influenzata sia dall'epoca di raccolta che dalla varietà di olive, con l'influenza del tempo di raccolta più pronunciata
27 dicembre 2025 | 10:00
L'arca olearia
Le condizioni per la fermentazione delle olive da tavola verdi a bassa temperatura
Il comportamento in termini di velocità di crescita e acidificazione è stato simile per questi ceppi e paragonabile a quello osservato nei processi tradizionali, sebbene mannitolo e saccarosio non siano stati metabolizzati e il fruttosio sia stato utilizzato solo parzialmente
24 dicembre 2025 | 11:00
L'arca olearia
Analisi dei micronutrienti nel polline d'olivo
Il polline di olivo è altamente sensibile ai trattamenti chimici. Importante sottolineare il ruolo del ferro e del rame, in particolare quando vengono effettuati ampi trattamenti
23 dicembre 2025 | 11:00