L'arca olearia 20/12/2017

Il recupero del patrimonio olivicolo Toscano: il progetto CATChCO2-live

La Toscana ha un grande patrimonio olivicolo, recuperarlo significa un'azione di contrasto ai cambiamenti climatici tramile lo stoccaggio di CO2 con una gestione innovativa, cooperativa e sostenibile del territorio


L’olivo è una delle colture arboree più diffuse, elemento tipico del panorama toscano: l'idea del progetto nasce dalla necessità di recuperare gli oliveti già o in procinto di essere abbandonati, per contrastare i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico. Il recupero del patrimonio olivicolo toscano sarà un progetto pilota sperimentale, per lo sviluppo dell'olivicoltura nell’area geografica del Montalbano (comuni di Pistoia, Serravalle Pistoiese, Monsummano Terme, Larciano, Lamporecchio, Quarrata, Carmignano, Capraia e Limite, Vinci), tipicamente vocata all'olivicoltura per la congiuntura di fattori climatici, territoriali e culturali, in pratica l’equivalente del 'terroir' in viticoltura, da replicare in altri territori della Toscana e in altre terreni olivicoli italiani.

Il progetto si propone di aumentare lo stoccaggio di carbonio e ridurre le emissioni di CO2 attraverso il recupero di oliveti abbandonati.

I soggetti coinvolti nella preparazione del Gruppo Operativo sono: la Cooperative Montalbano Olio e Vino (capofila del progetto), aziende agricole della zona, l'Istituto di Biometeorologia del CNR, Associazioni di categoria (CIA, Coldiretti, Legacoop Agroalimentare, Unione degli Agricoltori) e l’OTA (Olivicoltori Toscani Associati).

Risultati

Nell’ambito del progetto CATChCO2-Live, è stata fatta un’analisi dello stato di abbandono degli oliveti del Montalbano tramite fotointerpretazione confrontando ortofoto del 1954 con immagini del 2013. Dall’indagine è emerso che 907,7 ha di oliveti sono passati nel corso degli anni ad altre destinazioni d’uso: 104,8 ha sono attualmente destinati a seminativo; 328,3 ha a vigneto e/o alberi da frutto; 49,6 ha sono diventati oliveti a bassissima densità con invasione di specie arbustive; 251,7 ha colonizzati da arbusteti e/o formazioni boschive; 150,05 ha (prevalentemente in zone di pianura) trasformati in aree edificate; 22,7 ha hanno altre destinazioni d’uso (aree sportive, infrastrutture, cave, specchi d’acqua). Quindi, circa 400 ha di territorio agro-forestale possono essere recuperabili e/o riconvertiti ad oliveti economicamente sostenibili. L’attuale area destinata all’olivicoltura copre una superficie di circa 5.000 ha, di cui, da un’analisi basata su tecniche di telerilevamento combinate allo sviluppo di un modello regressivo locale, circa il 95% risulta avere una densità d’impianto che lascia supporre un lento e progressivo abbandono (< 300 piante/ha).

Questo comporta che gran parte degli oliveti attualmente esistenti, presumibilmente gestiti con tecniche tradizionali in cui la redditività è garantita solamente se la maggior parte del lavoro è fatta dai membri della famiglia proprietaria degli stessi, forniscono bassi rendimenti, indice di una olivicoltura marginale e/o tradizionale. Inoltre i risultati indicano che per rendere economicamente sostenibili tutti gli oliveti del Montalbano (ovvero portare tutti gli oliveti ad una densità > 300 piante/ha) occorrerebbe piantare ulteriori 890.000 piante.

Nell’ambito del progetto è stata inoltre stimata la potenzialità mitigative degli oliveti, ovvero la capacità di stoccaggio e sequestro di carbonio (i) rimettendo in produzione gli oliveti attualmente in abbandono (tramite rinfittimento) o (ii) ripristinando gli oliveti dove al momento è presente un altro uso del suolo (nuovi impianti in seminativi e/o trasformazione di attuali boschi/arbusteti), tramite l’applicazione di modelli.

Da tale analisi risulta che il recupero e/o ripristino di oliveti abbandonati e/o a basse densità ha potenziali di stoccaggio e/o sequestro di carbonio promettenti. Difatti, se riconvertissimo tutte le superfici a seminativo e/o prati-pascoli che nel 1954 erano coltivati ad oliveti utilizzando tecniche eco-compatibili (e.g. concimazioni organiche, potature, ecc.), l’area del Montalbano avrebbe la possibilità di stoccare mediamente 500 tonnellate di carbonio annue. Inoltre, se parallelamente si rinfittissero gli oliveti in stato di abbandono, portandoli a densità economicamente sostenibili (> 300 piante/ha), l’area del Montalbano avrebbe una potenzialità mitigativa pari a 26.300 tonnellate di carbonio annuo utilizzando una gestione eco-sostenibile (Figura 1). Considerando che le emissioni di carbonio annue nell’area urbana di Firenze sono dell’ordine di 0,85 tonnellate pro-capite, il potenziale mitigativo del Montalbano sarebbe capace di compensare le emissioni di carbonio di circa 31.000 persone.

 

Figura 1

Contemporaneamente alle predette analisi è stato studiato un modello organizzativo innovativo e cooperativo per la gestione degli oliveti da recuperare. In sostanza, si impiegano fattori di produzione già presenti sul territorio (manodopera, macchine, attrezzature, frantoi, ecc), senza prevedere ulteriori investimenti materiali, se non quelli per il rinfittimento degli oliveti esistenti. Questo modello permette di avere dei costi fissi estremamente ridotti e di poter sfruttare economie di scala visto l'elevato numero di piante da coltivare. Infatti, successivamente ad un'importante attività di animazione del progetto sul territorio, sono oltre 20 proprietari di terreni hanno sottoscritto la manifestazione di interesse all’iniziativa con circa 60 ha di oliveto per oltre 12.500 piante. In seguito a sopralluoghi negli oliveti da recuperare e ad un’indagine di mercato sul costo delle principali operazioni colturali è stata valutata la sostenibilità economica del modello che ha un sufficiente equilibrio solo a determinate condizioni. Il punto di pareggio (Break Even Point BEP) si raggiunge dopo 5 anni alle seguenti condizioni: infittimento delle piante, produzione di olive pari almeno a 15 kg/pianta, resa in olio di almeno il 14% e prezzo dell'olio pari almeno a 9 €/kg.

Per la conduzione di tali terreni sono stati valutati più titoli di possesso ed in particolare è stato ipotizzato di stipulare contratti a Meliorandum aventi per oggetto la concessione in godimento del un fondo rustico con l'obbligo del miglioramento dello stesso, rappresentando tale miglioramento il corrispettivo del godimento del fondo, quindi al rilascio del fondo nulla è dovuto al conduttore per i miglioramenti eseguiti.

Conclusioni
Con il progetto sono stati forniti validi strumenti di gestione e programmazione che, grazie al coinvolgimento di aziende agricole locali, sia socie della Cooperative Montalbano Olio e Vino Soc. Coop. Agricola che non, hanno forti potenzialità di migliorare la filiera dell’olio evo I.G.P. Toscano nel suo complesso e allo stesso tempo di salvaguardare, recuperare ed incrementare la ricchezza ed attrattività del paesaggio rurale, evolvendo verso una olivicoltura sostenibile anche in funzione dei cambiamenti climatici in atto.
Il recupero del patrimonio olivicolo del Montalbano rappresenta un importante fattore per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e dal rischio incendi, per la conservazione e la salvaguardia del paesaggio rurale, ma anche per l'incremento produttivo dell’eccellenza produttiva locale che potrebbe incrementare la produzione di Olio Extra Vergine di Oliva IGP Toscano fino a 15.000 q.


Per informazioni potete visionare il sito web http://www.cooperativemontalbano.it/progetto-recupero-olivicoltura/

 

 

"Intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana sottomisura 16.1"

 

di Andrea Triossi, Camilla Dibari, Marco Bindi